Francesca Barale ed Eleonora Ciabocco sono due degli astri nascenti del movimento femminile italiano. Vent'anni una e appena 19 l’altra, sono davvero giovanissime, eppure sono determinate più che mai a farsi largo nel ciclismo delle grandi. Francesca è ossolana doc come Elisa Longo Borghini e Filippo Ganna, sogna i grandi giri ed è stata campionessa italiana junior nel 2020 su strada e nel 2021 a crono, Eleonora invece viene dalle marche e il tricolore junior l’ha indossato nel 2021 nel 2022. Qualche giorno fa hanno terminato il loro primo giro d’Italia donne che hanno corso in appoggio alla capitana Juliette Labous che ha terminato seconda nella classifica generale.
«E’ stato un primo Giro emozionante, siamo stanche, ma penso che sia stata un’esperienza bellissima che ci ha fatto crescere» ci dice Eleonora. In questi giorni in corsa abbiamo avuto modo di conoscerla ancora meglio, schietta e diretta, con il sogno di migliorare ancora. Francesca al suo fianco ride con la sua instancabile capacità di prendere le cose nel verso giusto, dote che anche Juliette Labous un po’ le invidia. «La quinta tappa con la salita di Passo del Lupo, è stata la prima giornata davvero difficile, ma anche il momento in cui effettivamente abbiamo capito la durezza del Giro - ci spiega Francesca -: la giornata più dura, ma anche più bella è stata quella in Liguria prima del giorno di riposo. Siamo partite con l’obiettivo di prenderci il secondo posto a tutti i costi, abbiamo fatto forcing subito sulla prima salita, siamo andate a tutta e poi Juliette ha finalizzato tutto quello che avevamo preparato, è stato bellissimo».
Francesca ed Eleonora un po’ si emozionano raccontando il loro primo Giro, la corsa che avevano sempre sognato e che si sono trovate ad affrontare insieme, fianco a fianco. Sono sempre state nemiche amiche, anche se per loro essere avversarie è solo un modo di dire. Separate da un solo anno, si sono sempre rincorse nelle categorie giovanili sfidandosi in incredibili testa a testa nei quali alle altre ragazze quasi non era nemmeno permesso di partecipare e si sono rincorse anche nelle classifiche degli Oscar tuttoBICI alternandosi alla conquista del nostro premio. La rivalità sulla strada è andata di pari passo ad un rispetto enorme che le ha fatte diventare due amiche speciali. «La nostra amicizia è molto divertente ed è difficile dire cosa siamo. In realtà siamo sempre state avversarie, da allieve e da junior le migliori eravamo sempre noi due, ci sfidavamo e ci divertivamo, ma con le altre era sempre qualcosa di diverso. Nei nostri confronti abbiamo sempre avuto rispetto, ci facevamo i complimenti, ma se invece vinceva un altra ragazza un po’ ci rimanevamo male» ci dicono in coro con un’onestà totale che fa trasparire la stima che nutrono l’una nei confronti dell’altra. Francesca è stata la prima a passare professionista e a tentare l’avventura come unica italiana in un team straniero, Eleonora per ragioni anagrafiche ha dovuto aspettare un anno per seguire le orme dell’amica.
Il team Dsm è diventato la loro casa, il luogo sicuro dove crescono in modo graduale senza troppa pressione, ma facendo tanta esperienza. Francesca è ormai abituata con l’inglese, mentre Eleonora ci scherza un po’ su e ci dice che un po’ di ripetizioni non le farebbero male. E’ impossibile non ridere con loro alle mille frecciatine che si tirano per tenere alto il morale e spronarsi come se fossero l’una la tifosa dell’altra. «Eleonora è un po’ troppo pessimista, alla mattina parte sempre dicendo che farà troppa fatica, ma in realtà è una ragazza forte e determinata che non si fa fermare da nulla» dice Francesca, ma Eleonora è subito pronta a replicare alle parole dell’amica. «Francesca è un po’ lunatica, cambia umore facilmente, ma è una persona straordinaria che è sempre pronta ad aiutarmi dentro e fuori la gara, è decisa ad ottenere quello che vuole, se ha un obiettivo nessuno può fermarla».
Il primo Giro di Francesca Barale ed Eleonora Ciabocco è stato un turbinio di emozioni che hanno vissuto a testa alta, giovani e sognatrici, sempre pronte a mettersi in gioco. Ad ogni partenza, dalla Toscana alla Sardegna, ci hanno regalato una battuta e un sorriso aggiornandoci sulla loro avventura e sulla loro “cottura da Giro” in termini di emozioni e di stanchezza. «Il Giro è una scuola di vita immensa, un corso accelerato di nove tappe in cui si prova con mano cosa sia veramente il ciclismo, penso di aver capito che la cosa più importante sia non arrendersi mai, ma avere la voglia di migliorare ancora. Sto imparando che occorre avere esperienza, capire come gestire le proprie forze e controllare la fatica» ci dice Eleonora. «La corsa rosa mi ha insegnato come gestire un podio, è Juliette a raggiungerlo, ma in realtà siamo tutte ad essere coinvolte. Quando si corre non bisogna mai abbassare la guardia, bisogna essere pronti a tutto, sia ad attaccare che a difendersi» replica invece Francesca che con i suoi soli vent’anni sembra avere l’esperienza di una leonessa.
Eleonora e Francesca ridono pensando ai sacrifici, ma anche alle gioie che il loro primo giro ha lasciato, sono giovani e affamate, non è difficile prevedere che andranno lontano. Sono determinate ma ogni tanto amano scherzare e prima di archiviare definitivamente il Giro ci regalano le loro tre regole d’oro per la sopravvivenza alla corsa rosa: «Mangia, dormi e stay easy quando ti stacchi».