Spagnolo classe 1976, Alexandre Sans Vega sta conquistando il Tour du Rwanda con la sua Q36.5 Pro Cycling Team. Dopo una breve carriera come ciclista, Alex Vega è passato in ammiraglia, ed era al fianco di Carlos Sastre quando vinse nel 2008 il Tour de France. Per anni il tecnico spagnolo ha lavorato nel team Dimension Data e poi in Qhubeka e ora è il responsabile del team svizzero Q36.5 Pro Cycling Team.
«E’ la prima volta che sono in Ruanda ma non è la prima volta che con una squadra di ciclismo sono in Africa. Quando ero con il team Qhubeka sono stato tante volte in Sudafrica e ho visto gli africani correre ed hanno talento».
La corsa in Ruanda è bella e il pubblico a bordo strada incita i corridori al passaggio nei villaggi. «Le strade sono belle c’è tanta gente che ci segue. Sapevamo che ci sarebbe stato tanto pubblico perché avevamo visto le foto delle edizioni precedenti. Si corre bene in Ruanda, la corsa è molto ben organizzata e le strade sono veramente ben tenute».
Alex Vega alla vigilia della prima tappa aveva detto che l’obiettivo era una vittoria di tappa ed entrare in una buona posizione della classifica generale. Adesso il team Q36.5 Pro Cycling Team ha vinto una tappa con Badilatti, e Walter Calzoni è terzo nella classifica generale e secondo nella classifica dedicata ai giovani. «Quando siamo arrivati in Ruanda, puntavamo ad una vittoria di tappa e a fare una buona classifica. Adesso possiamo guardare oltre perché con Badilatti abbiamo vinto e con Calzoni puntiamo a vincere la corsa».
Correre al Tour du Rwanda non è facile, perché le squadre hanno meno corridori che in altre corse a tappe e le salite che si devono affrontare ogni giorno costringono le squadre a fare un lavoro duro. «Gareggiare qui non è facile perché ogni squadra ha solo cinque corridori e non è semplice controllare la situazione in corsa. Abbiamo anche perso Filippo Conca dopo la seconda tappa e la squadra è rimasta con 4 uomini».
Badilatti ieri ha vinto e Alex Vega aveva deciso di portarlo in Ruanda, perché nel 2019, quando correva con i colori della Israel Cycling Academy, era salito sul podio finale della corsa. «Abbiamo deciso di portare una squadra con corridori di esperienza da affiancare a giovani. Badilatti viene da una squadra del World Tour, ha una buona esperienza e nel 2019 in Ruanda era arrivato terzo nella classifica generale. Purtroppo abbiamo perso Conca, anche lui lo scorso anno correva con una squadra del World Tour e poi c’è Calzoni, un giovane molto bravo che può puntare al successo finale della corsa».
Dopo la vittoria nella sesta tappa del Tour du Rwanda, la Q36.5 Pro Cycling Team può guardare al futuro con ottimismo e con la stagione appena iniziata ha già conquistato due vittorie. «Con la vittoria di Badilatti, abbiamo vinto due gare. La prima vittoria è stata la Clasica di Almeria con Matteo Moschetti. Stiamo correndo bene e vogliamo provare a vincere questa gara. I prossimi giorni saranno decisivi per arrivare al successo finale, dobbiamo fare una gara dura se vogliamo conquistare la maglia di leader». Il direttore sportivo spagnolo è convinto che correre in Africa, renda i suoi corridori più forti e che una volta tornati in Europa, potranno gareggiare con più determinazione.
«Il Tour du Rwanda è una gara bellissima e organizzata in ogni dettaglio. I ragazzi dormono e corrono in quota e questo a mio avviso li fortifica e sono certo che torneranno in Europa ancora più forti di prima».