Tutta la provincia di Treviso è in corsa per ottenere il prestigioso riconoscimento di territorio UCI Bike City, che solo 22 località del mondo possono vantare. Si tratta di una “etichetta” che l’Unione Ciclistica Internazionale assegna a quelle città o territori che abbiano ospitato od ospiteranno grandi eventi ciclistici internazionali e che, attraverso il volano creato dal ciclismo agonistico, sappiano riversare sui territori quelle politiche di mobilità legate all’uso della bicicletta, al benessere personale, alle opportunità lavorative ed al turismo sportivo, rispettando i paramenti di sostenibilità ed inclusione. «Non appena Daniela Isetti, che fa parte del consiglio dell’Uci, ci ha informato di questa possibilità, ci siamo mossi per fare richiesta – ha spiegato Giorgio Dal Bò, Presidente del Comitato Provinciale della Federazione Ciclistica Italiana -. Oltre alla prestigiosa certificazione e a una sezione dedicata alla nostra provincia sul sito dell’Uci, entreremmo in questo circolo ristretto di località a livello mondiale che ogni anno si ritrova in un convegno e discute di bicicletta e mobilità. Sarebbe un’opportunità ghiotta per ascoltare, prendere spunto, e anche proporre».
In questi mesi l’impegno sarà quindi focalizzato sulla redazione di un dossier, in cui verranno raccolte tutte le iniziative legate al mondo del ciclismo della provincia trevigiana, e sarà poi posta al vaglio della Commissione “Ciclismo per tutti e ciclismo sostenibile” dell’Uci. Per farlo, il Comitato di Treviso potrà contare sull’aiuto speciale degli alunni della classe 3B del Liceo scientifico Flaminio di Vittorio Veneto, che sono stati istruiti da Dal Bò e l’avvocato Alberto Dalle Ceste, responsabile giurista del progetto. Fra Il presidente nazionale di Federciclismo Cordiano Dagnoni e la scuola rappresentata dalla dirigente scolastica prof.ssa Emanuela Da Re è stata infatti firmata una convenzione per un progetto PCTO che vede gli studenti parte attiva nella ricerca, raccolta e presentazione dei dati, ottenuti attraverso le interviste agli amministratori di enti locali e a responsabili di associazioni, operando per lo più da remoto e seguiti dalla tutor della classe prof.ssa Elisa Fardin. Durante la lezione l’avv. Dalle Ceste ha spiegato quale sia l’impatto sociale ed economico del nostro movimento ciclistico evidenziando gli aspetti positivi delle manifestazioni, lo sviluppo della mobilità nelle due ruote e l’impatto economico applicato alla bicicletta. «La classe sarà divisa in 6 gruppi, ognuno dei quali contatterà tre amministratori dei Comuni più grossi – prosegue Dal Bò -. Alla fine contiamo di avere la testimonianza di una ventina di amministratori, ognuno dei quali ci racconterà cosa è stato fatto e cosa si farà sul lato della mobilità e della bicicletta nel suo territorio. Va ricordato che Treviso, con le sue 125 società affiliate, 4.500 tesserati e più di 200 manifestazioni all’anno di cui 15 internazionali, che rappresentano l’8% di tutte le gare nazionali, è la provincia più ciclistica d’Italia».
In Italia solo la Val di Sole, in Trentino, ha già ricevuto la certificazione di Uci Bike City, il cui bando è attivo dal 2015, e per sapere se Treviso sarà il secondo territorio nazionale premiato bisognerà attendere il mese di agosto. «Il dossier verrà presentato durante i mondiali di Glasgow e solo allora sapremo se effettivamente avremo vinto – spiega ancora Dal Bò -. Ci sono diverse città e regioni da tutto il mondo che hanno fatto richiesta, è possibile che la certificazione venga riconosciuta a più località, ma va ricordato che il primo step lo abbiamo già superato. In occasione del primo meeting con l’Uci abbiamo illustrato alcuni progetti della provincia, come la ciclabile Treviso-Ostiglia, la Tradotta, la ciclovia del Piave, oltre alla storia del nostro ciclismo, ricordando in particolare la figura di Ottavio Bottecchia e le sue vittorie al Tour de France. Insomma, avevano già avuto modo di conoscerci».