Remco Evenepoel si prepara oggi a vincere la sua Vuelta di Spagna, donando al Belgio quella vittoria in un grande giro che manca da 44 anni, ovvero da quando Johan De Muynck nel 1978 conquistò il Giro d’Italia. Tagliato il traguardo della tappa di ieri, il ventiduenne fiammingo si è lasciato travolgere dalle emozioni e in un attimo con la mente ha ripercorso tutta la sua stagione. «Oggi è il giorno più bello della mia vita. Con questa vittoria penso di aver messo a tacere tutte le critiche che mi sono state fatte quest’anno».
La ventesima tappa della Vuelta, ha regalato tante emozioni, con la terza vittoria di Carapaz e la determinazione di Evenepoel nell'inseguire il suo sogno. «Oltre la tappa di sabato scorso, quella di ieri è stata la tappa più difficile di questa Vuelta. Per il cuore, per il corpo, per la testa. E’ difficile da spiegare, perché sei così vicino al successo, ma devi continuare a lottare. Ho sentito una sorta di liberazione quando a tre chilometri dal traguardo dall'auto mi hanno detto che avrei vinto la Vuelta. Ho sentito le emozioni in tutto il corpo e nelle gambe. Non ero più interessato allo sprint, volevo solo godermi quegli ultimi cinquecento metri».
Evenepoel ha vinto ma il successo non gli è stato regalato e anche ieri ha dovuto faticare per non mettersi in una condizione rischiosa. «In questa tappa hanno davvero cercato di farmi del male e ci sono riusciti. Ma la mia testa e le mie gambe sapevano cosa fare. Dovevo solo andare oltre l'ultima cima e poi sapevo che sarei potuto arrivare al traguardo».
Il belga della Quick Step, nonostante la giovane età, ha dimostrato un grande temperamento e la capacità di mantenere la calma, anche quando le cose non andavano come aveva previsto.
«Ho pensato a tutti i sacrifici fatti negli anni. Non è stato facile per me. Quella caduta al Lombardia di due anni fa e poi tutta la fatica per tornare al mio livello. Lo scorso anno è stato molto difficile per me e anche per la mia famiglia e le critiche nei miei confronti sono state tantissime. Anche le ultime tre settimane non sono state facili, la pressione sulle mie spalle è stata enorme. Volevo salire sul podio finale e vincere una tappa. Oggi chiuderò con la classifica generale e due tappe. Non poteva andare meglio».
Il fiammingo è molto giovane e in una sola stagione ha ottenuto vittorie importanti perché, oltre alla Vuelta, in aprile ha conquistato la Liegi-Bastogne-Liegi. Adesso in tanti si aspettano grandi cose da lui, ma Evenepoel è cauto e pensa che questo sia stato un anno veramente straordinario, ma che sarà difficile ripeterlo.
«Ho 22 anni ed è solo il mio quinto anno in bici ed è la mia seconda stagione dopo l’incidente al Lombardia. Questa Vuelta è il primo grande giro in cui sono partito davvero con una condizione ottima, ma sarà difficile ottenere una stagione migliore di questa».