Ha 19 anni Lorenzo Ursella, tra strada e pista ha messo in mostra un motore bello potente nella sua trafila giovanile, e quest'anno lo sta mettendo in mostra nel team di sviluppo della DSM. Un percorso che purtroppo, questa settimana, ha subito un brusco stop di quasi due mesi a causa di un incidente di gara nella terza tappa del giro di Bretagna: nei primi 20 chilometri, in gruppo, per evitare una caduta davanti a sé ha messo il piede a terra e un corridore gli è caduto esattamente su quel piede. Frattura del malleolo, operazione a Rennes, ritorno in Italia, sette settimane ingessato.
Rinviato dunque l'appuntamento con la prima corsa aggregato alla prima squadra: sarebbe dovuto essere il Giro di Ungheria fra due settimane. Ora si vedrà dopo il recupero dall'infortunio.
Ursella ha cominciato presto a correre in bicicletta, ha iniziato quando aveva 8 anni. Giovanissimi con la Bujese, Esordienti nella Sacilese, Allievi e Junior nella Borgo Molino. Con dieci vittorie l'anno scorso, che hanno fatto seguito alle 16 complessive nel biennio da allievo, ha attirato le offerte di parecchie squadre per il passaggio da Under 23, e ha scelto il vivaio della World Tour olandese.
Ci sono due aspetti che balzano all'occhio nel percorso di questo ragazzo. Innanzitutto la società con cui esordì da bambino. Sì, Lorenzo è di Buja: caratteristiche diverse da un passista come Alessandro De Marchi, ma i due si conoscono e si allenano spesso insieme e hanno un ottimo rapporto. E tra le offerte ricevute a fine 2021 c'era pure quella del team Friuli.
E qui ci riallacciamo al secondo aspetto. Lorenzo ha continuato ad allontarsi gradualmente da casa: prima il paese natale, poi un altro centro del Friuli, poi il Veneto. E ora addirittura l'Olanda. Parlando con lui si ben comprende quanto abbia voglia di sperimentare nuovi ambienti ed esperienze, uscendo dalla propria comfort zone.
«Mi ispirava trasferirmi in un Paese dove il ciclismo è ancora vissuto come uno degli sport principali - ci spiega il giovane Ursella mentre torna a Buja con la famiglia - e dove c'è un modo di correre differente rispetto all'Italia, sempre a tutta. Vivere all'estero poi ti responsabilizza: ciascuno di noi abita in un proprio appartamento messo a disposizione dalla DSM a Sittard, ci abituiamo a gestirci. A livello professionale naturalmente siamo seguitissimi, dagli allenamenti all'alimentazione. Mi trovo davvero bene, anche perché stiamo molto a contatto coi professionisti, facciamo i ritiri insieme. Il rapporto più "aperto" ce l'ho con Alberto Dainese, unico italiano dell'organico World Tour. Romain Bardet? Serissimo e focalizzato quando è al lavoro, mentre fuori stagione non sembra quasi un corridore (in senso buono, ovviamente)! Le mie gare preferite? Direi quelle classiche come Parigi-Roubaix e Strade Bianche.»
Prima c'è da pensare però alle corse da poter tornare a disputare una volta guarito. Lorenzo chiederà di ripartire con qualche gara più vicino a casa, e step-by-step si faranno le valutazioni sull'eventuale esordio con la prima squadra. Un'emozione che il suo compagno e connazionale Lorenzo Milesi (di un anno più grande, arrivato pure lui nell'Under 23 della DSM per questa stagione, dalla Continental Beltrami TSA) ha già sperimentato con la partecipazione a Tour des Alpes Maritimes e Milano-Torino, oltre alla Per Sempre Alfredo con la Nazionale. Milesi a inizio mese si è rotto la mandibola dopo essere stato investito da un'auto in allenamento. È tornato a correre e sta portando a termine lo stesso Giro di Bretagna che per il suo ominimo Ursella è stato così sfortunato.
Ai due Lorenzo del team di sviluppo della DSM il nostro in bocca al lupo. Con la piccola speranza, un domani, che per valorizzare i talenti italiani e trainarli verso il professionismo ci sia una struttura italiana a rendersi più appetibile delle altre. Ma quella è un'altra storia.