Tra i corridori più attesi in questa edizione numero 119 della Parigi-Roubaix c’è anche un italiano, Filippo Ganna, che però non vuole essere etichettato come uno dei possibili vincitori della Regina delle Classiche. Il ragazzo di Verbania ha optato per una strategia molto particolare per avvicinarsi a questa Classica infernale, lavorando tanto in pista e senza affrontare altre Classiche, prima di arrivare a questo appuntamento.
«Non capisco perché la gente mi consideri come uno dei favoriti, anche se per me è un onore – ha detto Filippo Ganna –. Penso che per noi della Ineos Grenadiers l’obiettivo sia quello di presentarci come una delle squadre più forti e arrivare fino in fondo a questa corsa». Ganna è uno specialista della velocità, con due titoli mondiali a cronometro e maglie iridate conquistate anche in pista, per lui l’Inferno del Nord, probabilmente si trasformerà in una lunga prova contro il tempo, dove dovrà guardare sempre avanti, senza voltarsi a vedere cosa fanno i suoi avversari.
Il piemontese nel 2016 ha vinto l’edizione riservata alla categoria under23 della Roubaix e poi ha preso parte a questa Classica altre due volte, ma senza avere troppa fortuna. Nel 2018 l'italiano era uscito fuori tempo massimo e nel 2019 è stato costretto a ritirarsi dopo il secondo tratto di pavè. «Ricordo ancora bene quelle due edizioni. Una foratura nella Foresta di Wallers mi costò molto tempo nel 2018, mentre l’anno successivo, dopo due settori di pavè, sono stato costretto al ritiro. Di certo non è stata una bella sensazione. Spero che domenica sia diverso e che i ricordi della mia vittoria nel 2016 mi possano portare fortuna».
Ganna ha lavorato molto in pista nei giorni scorsi e tutto questo ha una spiegazione molto semplice: prenderà parte alla Coppa delle Nazioni su pista la prossima settimana. «Non so se questo sia un buon modo per prepararsi. L’ho fatto anche un po' per necessità, perché la prossima settimana sarò in pista a Glasgow. Ho cercato di trarre il meglio da questo lavoro. Le pietre della Roubaix richiedono uno sforzo molto preciso e ho cercato di replicare quello sforzo durante la mia preparazione in pista In realtà il mio corpo è fatto per lavorare contro il tempo, ma ora devo solo pensare a completare una cronometro di 260 chilometri. Domenica sapremo di più, sapremo se questa gara sia adatta a me. Sarebbe bello se potessi aggiungere il mio nome all’albo doro di questa corsa in cui ci sono già tanti italiani».