Ma chi arriva poniamo primo, fra un velocista sommo da pista e uno sprinter fenomenale da strada, oggi che - 14 gennaio 2022, ricorrenza tonda valida per rendere loro onore - il nostro Antonio Maspes, scomparso nel 2000, avrebbe compiuto 90 anni e l'olandese Gerben Karstens invece festeggia, sorriso da guascone, i suoi 80?
Chi arriva primo sul rettilineo del ricordo? Maspes da Milano, che è stato il campione del mondo della velocità per ben sette volte - Derksen ('57), Rousseau ('58) e Gaiardoni ('63), ad interrompere la sequenza magica - nel periodo dal 1955 al 1964, eguagliando il primato epico di Scherens? Quando la pista era la regina pista, Rocourt e Parigi, non solo un tondino componibile, e il surplace un esercizio da non interrompere, prima del tempo di Nakano...
O invece si impone Karstens da Leiden, il figlio sregolato di un notaio autoritario, si raccontava, che resta pure l' unico sprinter ad essere riuscito nell'impresa record di aver vinto, fra il 1965 e il 1977, una tappa almeno in tutti i Giri nazionali grandi e medi che si annoverano in Europa? Tour de France, Giro di Italia, Vuelta Espana, Giro della Svizzera, Giro del Belgio, Giro dei Paesi Bassi, Giro del Lussemburgo...
Per noi - anzi per 'me' - Maspes, mito dell'infanzia perduta, e Karstens, paradigma letterario dell'adolescenza inquieta e tanto amata, arrivano ex-aequo al primato del cuore.
Ma secondo voi, invece, e senza parzialità, in un testa a testa fra il Maspes che al Vigorelli si aggiudicò, davanti a Plattner, il titolo iridato nel '55 e il Karstens che sulla stessa pista avrebbe vinto la 5a tappa del Giro 1973, precedendo Basso, Sercu, Van Linden e De Vlaeminck, ce lo vedete proprio uno che arriva soltanto secondo?
En attendant il fotofinish, ciao, caro Antonio, e un augurio con simpatia, amico Gerben.