Per Ben Turner trasferirsi in una squadra del World Tour come la Ineos Grenadier è un privilegio. “E’ nato tutto dopo il Giro d’Italia-spiega Ben-. Ero in trattativa con alcune squadre ma l’offerta di Ineos era ovviamente la migliore e scegliere è stato molto facile”.
La migliore soluzione per Ben Turner era proprio quella di accasasarsi alla Ineos. Tutti, ma proprio tutti, si sono congratulati con lui – è stato davvero bello, emozionante -.
E con la squadra di Dave Brailsford il corridore di Doncaster, nello Yorkshire, intende presentarsi alla nuova stagione nelle migliori condizioni e lo sta facendo con l'aiuto del Ciclocross:
“Dopo due settimane di ferie e un incidente in allenamento, per fortuna di poco conto, e un riposo forzato, mi sono preso una pausa di quindici giorni prima di riprendermi gli allenamenti. Sono tornato in gara a Essen (4 dicembre) dove ha vinto Van Aert. E’ stato bello riprendere confidenza con le corse e con gli avversari. Mi mancava. Seguirò un programma di dodici gare- continua Turner- partecipando a prove di Coppa del Mondo e del Superprestige e non solo. Se andrò ai mondiali negli Usa? Non dipende da me, se sarò selezionato certo non mi tirerò indietro. Sono comunque fiducioso, non ci sono mai stato in America e sarebbe bello metterci i piedi per la prima volta”.
Turner ha un buon feeling con il Ciclocross, nella stagione 2020-2021 si è messo in luce in più occasioni e si è gudagnato la top-ten al mondiale degli under 23 di Ostenda, in Belgio, classificandosi al nono posto.
“Era il mio obiettivo arrivare fra i primi dieci e l’ho centrato. Avrei potuto fare meglio ma una settimana prima della sfida iridata ho avuto un incidente e mi sono fratturato un osso della mano, ma poi in corsa ho dato il massimo e sono stato ripagato con un buon risultato”.
Riguardo alla stagione su strada con la Ineos Grenadier quali saranno le tue priorità?
“Fare bene su strada è il mio grande traguardo, non lo nego, ma dire adesso cosa mi aspetta non saprei. Sono in un team con i migliori corridori del mondo e spero di trovare il giusto equilibrio per essere all’altezza della situazione. Voglio davvero fare bene e costruire qualcosa di importante in tutte le gare: vedremo strada facendo”.
Turner è fra i ciclisti che combinano bene le due discipline, sviluppando forza e abilità allo stesso modo. Pratica gli allenamenti con l’identica intensità che ci mette nelle gare. Pensa che il Ciclocross è bello perché si svolge in inverno e puoi dare tutta l’intensità in una sola ora di corsa.
“Il Cross è più divertente. E sembra funzionare bene. Ha funzionato bene per Tom (Pidcock) ed è qualcosa che anche l’Ineos sta cercando di fare, aggiungere quella diversità alle loro attività. Lo hanno fatto con la mountain bike, ora lo stanno facendo per il cross. Con Pidcock sta funzionando e io sono molto vicino a Tom, siamo buoni amici e possiamo
farlo insieme”.
Turner ha iniziato con la Bmx. Con queste biciclette piccole e leggere l'inglese ha gareggiato ad alti livelli fino all'età di 13 anni. Ma continuava a cadere e a rompersi le ossa così è passato alle corse su strada e al Ciclocross: "Mio padre aveva un passato da corridore su strada e mi ha convinto a mettere da parte la Bmx. Devo ammettere che è stata la scelta migliore e dal quel momento lì la passione mi è sempre rimasta appiccicata e naturalmente ho continuato in quella direzione e oggi sono un professionista".