Alla vigilia dell’assemblea che domani lo cofermerà per un altro quadriennio alla guida dell’UCI - risultato scontato anche perché è candidato unico - il presidente dell'UCI David Lappartient ha concesso una lunga intervista ai colleghi Nicolas Berriegts e Nicolas Gachet del sito francese Directvelo. L’occasione per tirare le somme del suo primo mandato e fare il punto su alcune questioni particolarmente spinose. Aldilà delle note politiche e del programma del mandato - completare il programma dell’Agenda 2022 «che potete leggere tutti sul sito internet dell’Uci e che è già stato svolto al 90% - i passaggi più interessanti sono quelli dedicati alla ricerca di un ciclismo sempre più pulito.
IL GAP IN GRUPPO. «Alcuni corridori ci hanno fatto delle segnalazioni sul fatto che all’interno del gruppo ci siano gap difficili da motivare. Non ci sono accuse dirette, non sanno niente di preciso, ma si pongono delle domande e le hanno poste anche a noi».
DOPING. Ovviamente il primo pensiero va al doping: «La natura umana stessa richiede che ci sia sorveglianza, l’imbroglio è sempre possibile. Noi abbiamo fatto tanto ma la lotta non è mai definitivamente vinta. Il divieto di utilizzo del Tramadol è stato un progresso e quando i corticosteroidi saranno banditi dal 1 gennaio 2022 faremo un altro passo avanti. La scelta di affidarci all’ITA, la nuova agenzia antidoping che ha sostituito la CADF, ci ha permesso di compiere ulteriori passi avanti, il controlli sono sempre più serrati, ci sono corridori che al Tour de France sono stati controllati anche tre volte in un giorno - all’alba, prima della partenza e dopo l’arrivo - non perché siano sospettati ma perché sono i migliori. Se i laboratori non trovano niente... io oso pensare che sia perché non c’è niente da trovare. Abbiamo effettuato e continuiamo a effettuare controlli ipermirati e ravvicinati e intendiamo continuare su questa strada».
IL DOPING TECNOLOGICO. «Anche in questo caso continuiamo a controllare senza sosta, siamo arrivati anche a smontare le biciclette al termine di tappe come quella de la Planche des Belles Filles e quella del Col de la Loze. Adesso abbiamo sviluppato una nuova tecnologia, una sorta di macchina per i raggi X portatile che ci permetterà di essere operativi ovunque. È stato usata per la prima volta ai Giochi Olimpici. Oggi non esistono motori che non emettono campi magnetici: stiamo indagando su questo, stiamo indagando sulla possibilità di attivare i motori a distanza, senza avere pulsanti sulla bicicletta. Con le migliaia di controlli che abbiamo fatto non abbiamo trovato nulla ma questo non ci fa desistere e continueremo a cercare».