Al Tour de France ancora una volta è la Slovenia a dettare legge, non solo con Tadej Pogacar, che a breve trionferà a Parigi per la seconda volta, ma anche con Matej Mohorich, che con la maglia di campione nazionale, ha messo la firma sulla 19^ tappa della corsa.
«È bello che abbia vinto la Slovenia». Questo è quello che ha detto Pogacar, quando ha saputo della vittoria del suo connazionale. «Quando la corsa ha avuto il suo vincitore io ero ancora nel gruppo dietro, alla radiolina mi hanno detto che aveva vinto Mohoric, sono stato veramente molto contento per lui, ha meritato questa vittoria».
Pogacar oggi in gruppo ha dovuto fare la voce grossa, ci sono state delle cadute e da leader in maglia gialla è andato a parlare con chi era davanti. «Ho detto a chi era davanti che doveva aspettare. Abbiamo avuto già tante cadute e la corsa ha perso molti uomini, a cosa serve mettere ancora a rischio i corridori? Ci sono squadre che sono rimaste con pochi corridori, non ha senso mettere in pericolo il gruppo e una caduta fatta adesso ti rovina tutto il lavoro fatto nelle settimane precedenti».
Domani ci sarà la prova a cronometro e il campione sloveno si sente sereno, pensa che nella tappa di domani potrà ancora una volta andare forte. Pogacar aveva già vinto la prima prova contro il tempo, quella con arrivo a Laval Espace Mayenne nella quinta giornata di Tour. Domani i chilometri saranno di più e il campione della UAE Emirates pensa di poter fare ancora bene. «Per la cronometro, vedremo come mi sveglierò domani mattina. Ho fatto una ricognizione del percorso, è una prova molto veloce e non molto complicata, penso di poter andare forte».
Il giovane campione pensa ad Eddy Merckx e non si sente un eroe come lui, anche se spesso vengono paragonati. Pogacar vuole essere un esempio positivo per i giovani ragazzi sloveni, ma anche per tanti altri, che vedendolo potranno appassionarsi a questo sport.
«Essere sul podio accanto a Eddy Merckx che è un eroe del ciclismo è qualcosa di straordinario. Io non sono un eroe, ma spero di poter essere fonte di ispirazione per alcuni ragazzi e che vedendomi decidano di iniziare a pedalare. Ci sono stati incidenti, non è l'ideale per iniziare la tappa. Abbiamo cercato di calmare le cose, ma il gruppo voleva andare all’attacco. Poi parlando si sono calmati e tutto è diventato più tranquillo. E’ un bene che la Slovenia continui a vincere, è quello che abbiamo sempre desiderato. Grazie a questo, riesco a vedere sempre più persone in bici quando sono a casa e spero che possano esserci tanti altri corridori bravi nei prossimi anni».