Si era capito, si era intuito, si era anche visto che ieri tra Giulio Ciccone e Vincenzo Nibali qualcosa non era andato per il verso giusto. Lo riporta a chiare lettere la Gazzetta dello Sport di oggi, a firma Ciro Scognamiglio. Vincenzo è chiaro: «Stavo benissimo, volevo fare la corsa. Ma quando è esplosa – spiega il 36enne siciliano, al rientro dopo il Giro -, è diventata la gara dei singoli. C’erano degli uomini più quotati, come Colbrelli, che andavano seguiti subito». E poi il riferimento al compagno: «È successo che siamo partiti uno per volta. A un certo punto, sullo strappo si sono fermati. Giulio era davanti con Oss, io da dietro sono uscito. Si è girato, mi ha visto come quello che ha riportato tutti sotto. Ma di fatto la mia era una azione per rientrare davanti, per “andare”, perché all’Italiano ci tenevo. Lui si è arrabbiato, però ero venuto qui per fare la corsa, non per fare il secondo. Avevo la testa, la condizione per poterlo fare. Non riesco a vincere da due anni per mille motivi, tra cui l’età che si fa sentire... Ma questo era il giorno in cui mi sono sentito meglio negli ultimi tempi, perché dal Giro ero riuscito distrutto fisicamente e mentalmente. Ma la gara era andata, quando è partito Colbrelli. Giulio si è arrabbiato, è un ragazzo del Sud come me, ma sono cose che possono succedere».
Altrettanto chiaro Giulio Ciccone: «La mia condizione? Molto, molto buona. Con Oss stavo rientrando, eravamo arrivati a 15” dalla testa della corsa. Poi dietro hanno chiuso, abbiamo iniziato a controllarci e la corsa è finita». E l’incomprensione con lo Squalo? «Di fatto, ha riportato sotto gli altri. In effetti è stato così. Io con Oss avevo gli altri nel mirino, in salita il gruppetto lo avrei riagganciato. Vincenzo ha preferito chiudere, forse si sentiva più sicuro così. Però l’abbiamo pagata tutti e due. Sono quelle situazioni in cui c’è tatticismo... incomprensioni che capitano. Dispiace. Sia io sia lui stavamo molto bene, ma non abbiamo raccolto niente. È andata così».
Come sappiamo, i due il prossimo anno si separeranno: Ciccone ha rinnovato fino al 2024, lo Squalo è in partenza (possibile un ritorno in Astana, anche se avanza l’ipotesi suggestiva di una Bianchi sulla sua strada, visto che c’è anche l’interesse del Team BikeExchange di Brent Copeland, ndr). I due dovrebbero parlarsi oggi: c’è la volontà di metterci al più presto una pietra sopra e voltare pagina, in tutti i sensi. All’orizzonte ci sono le Olimpiadi e Tokyo è un apputamento che va preparato senza risentimenti e distrazioni.
A proposito, dopo il Tricolore di Imola, ecco il borsino degli azzurri. La lista del CT Cassani è ormai ridotta a soli sette nomi per cinque posti. Certi Damiano Caruso e Gianni Moscon. Stanno bene e sono soliti preparare gli appuntamenti con coscienza e puntiglio (STABILI: SU); Giulio Ciccone, nonostante i pasticci di ieri è nel quintetto base a cinque cerchi (STABILE: SU); Vincenzo Nibali dopo un Giro di sofferenza e le sollecitazioni dirette e indirette di Cassani a far vedere qualcosa ha dato segnali più che confortanti (era GIÙ, IN RISALITA); Diego Ulissi era uscito benissimo dal Giro, ma il caldo e l’afa l’ha chiaramente mandato in ebollizione, non sembra più brillante (ERA SU ora IN RIBASSO); Davide Formolo è sui livelli di Nibali e come il siciliano farà il Tour: può solo migliorare (STABILE: SU); Alberto Bettiol non ha corso il tricolore e non correrà molto in questo periodo: è un problema (era SU ora IN RIBASSO). Fausto Masnada? È andato molto forte, ma non correrà il Tour e sul taccuino del CT non è segnato. Mattia Cattaneo? Farà il Tour e potrebbe essere un “infiltrato” speciale, ma per esserlo deve far vedere cose dell’altro mondo.