La violenza stradale non si ferma. Ieri vi abbiamo dato notizia del grave incidente che ha coinvolto la 17enne Silvia che sta lottando tra la vita e la morte nell'Ospedale di Udine, oggi dobbiamo darvi conto di una aggressione subita da un gruppo di amatori toscani.
Uno è stato preso a pugni sulla schiena, un altro ha ricevuto uno schiaffo sulla bocca. Il Tirreno ha raccontato la sequenza di follia scatenata da sei ragazzi sulla Calcesana tra San Giuliano e Pisa sabato mattina. L’assalto è arrivato da un’auto che ha affiancato i cicloamatori e dai finestrini almeno due giovani si sono sporti per raggiungere i loro bersagli. Nessuno fortunatamente è finito sull’asfalto, ma la paura di finire sotto le ruote dell’auto ha ghiacciato il sangue dei ciclisti che sono riusciti a inseguire l’auto, un’Alfa Romeo Mito di colore nero, che nella fuga si è infilata in una strada a fondo chiuso.
Quattro dei giovani a bordo dell'auto sono scappati, mentre due, tra i quali il conducente, sono rimasti al loro posto. In zona stava passando una pattuglia della polizia municipale, che i ciclisti hanno prontamente fermato. I due, sui 19-20 anni, sono stati identificati. Nell’abitacolo sono state rinvenute diverse bottiglie di birra. «Quando uno di quei ragazzi mi ha colpito al volto mi sono visto la vita passare davanti come quando uno sta per morire - racconta alla testata toscana Cristian, uno dei ciclisti trasformati nell’obiettivo dell’aggressione -. Stavamo percorrendo la Calcesana in fila indiana. Nessuna occupazione della strada. Un’auto ci ha affiancati. Quello seduto dietro ha abbassato il finestrino e ha dato un pugno a quello che era in fondo alla fila. A quelli che erano in mezzo l’auto ha strusciato le braccia e a me, che ero in testa, quello sul sedile del passeggero ha dato un colpo a un labbro».
Dopo aver fornito le generalità, i due sono stati rilasciati.«Da sabato non faccio che pensare a cosa mi sarebbe successo se fossi caduto per colpa di queste persone - conclude il ciclista che insieme agli amici ha sporto denuncia per aggressione -. Sono rimasti zitti davanti alla municipale e uno faceva pure l’arrogante. Il problema è che senza sanzioni immediate gente come questa un domani combinerà cose anche più gravi perché si sentirà impunita».
L'odio contro i ciclisti corre veloce anche sul web, ma il primo rinvio a giudizio dell'odiatore social che aveva scritto "investirne uno per educarne cento" ed era stato denunciato da Marco Cavorso e dell'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani ha fatto scuola. Il Giornale di Vicenza ha di recente raccontato di altri leoni da tastiera che dovranno vedersela con la giustizia per aver invitato i loro followers ad "asfaltare", "fare strike", "insegnare con una mazza da baseball l'educazione ai ciclisti" . La gravità di queste parole e queste azioni non può restare impunita.
foto: Il Tirreno