Alberto Contador si allena ancora come se fosse un corridore professionista in attività, anzi pedala così tanto e forte (quasi) come il fuoriclasse che è stato in grado di affermarsi tra i più grandi di tutti i tempi. Altro che godersi la pensione e il ricavato della sua ricca carriera, il 38enne di Pinto tutt'ora macina chilometri e chilometri a tutta, anzi a tope, come direbbe lui.
El Pistolero, tra i più titolati della storia dei grandi giri (con Hinault è l'unico tra i 7 campioni dalla tripla corona ad aver vinto Giro, Tour e Vuelta almeno due volte, ndr) se tornasse in gruppo siamo certi non sfigurerebbe. Lo farà tra una decina di giorni, non in prima persona ma con i “suoi” ragazzi della Eolo Kometa. Loro lo considerano un idolo, lui pedala al loro fianco per trasmettere a ognuno la sua esperienza e soprattutto la sua fame di vittoria.
«La bici è la mia vita, non posso e non voglio farne a meno. Il ritiro in programma in vista del debutto stagionale a Valencia sarà una buona opportunità per stare insieme e trovare il colpo di pedale giusto. Come Ivan (Basso, che lo affianca nella guida del team che da quest'anno batterà bandiera italiana, ndr) abbiamo vissuto sulla nostra pelle momenti di gloria e difficoltà. In questo secondo caso bisogna trovare motivazioni extra per ripartire, al di là del talento di cui ti ha dotato madre natura» racconta rispondendo alle domande che tuttobiciweb gli ha posto nel corso della conferenza stampa di ieri.
«Io sono un agonista nato, mi viene naturale trasmettere la mia filosofia di competizione a questi ragazzi che sono cresciuti vedendomi vincere le più grandi corse in tv quando erano dei bambini. A me piace molto confrontarmi con loro, hanno voglia di imparare. Sono consapevole di avere potere di influenzarli, le mie parole hanno un peso quindi le uso con senso di responsabilità, pensando al loro bene e a quello di questa squadra».
Por ganar è l'espressione tipo con cui Alberto Contador conclude ogni sua frase. «Puntare alla vittoria è il minimo. Anche se la concorrenza è altissima e noi abbiamo un gruppo di giovani dobbiamo mirare in alto. Senza questa mentalità non si va da nessuna parte. Si corre per vincere, per centrare il bersaglio». Parola del Pistolero.
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