È bastato un puzzle fatto di fotografie e a Monaco in Germania i nomi dei due campioni della Jumbo-Visma Tom Dumoulin e Primoz Roglic sono apparsi nel processo per doping del caso Aderlass. Abbiamo chiesto chiarimenti ad Ard Bierens, portavoce della squadra olandese, ovvero quale fosse il motivo dell’accostamento tra i due corridori e il processo di Monaco. La risposta è stata la seguente: «Non eravamo a conoscenza del fatto che in questo processo erano state mostrate fotografie dei nostri corridori. Sia con Roglic che con Dumoulin siamo in stretto contatto e possiamo confermare che entrambi i corridori hanno risposto "no" a tutte le domande fatte dai media su questa indagine. Inoltre la squadra non è mai stata contattata dai pubblici ministeri. L'unica spiegazione che possiamo immaginare riguarda Tom Dumoulin, che è stato compagno di squadra di uno dei corridori coinvolti nell'operazione Aderlass (Georg Preidler, ndr), poiché entrambi erano sotto contratto con il Team Sunweb».
A conferma di questo, la Procura della Repubblica di Innsbruck, responsabile dell’Operazione Aderlass in Austria, ha fatto sapere che i nomi dei due corridori non compaiono nel procedimento preliminare e non figurerebbero neanche nell’elenco degli accusati né in quello dei testimoni.
Da questo è chiaro che i due atleti della Jumbo-Visma sono completamente estranei alle indagini e che il tutto sarebbe nato dal modo di condurre una parte del processo, ovvero mostrando in aula fotografie in cui erano presenti più di 30 corridori e utilizzate per interrogare gli indagati sul riconoscimento delle persone e far luce su eventuali rapporti.
Pertanto il collegamento con Dumoulin potrebbe nascere dal fatto che Georg Preidler aveva corso con l’olandese nella Sunweb. Preidler è stato uno degli atleti che nella primavera del 2019 ha dichiarato di aver fatto uso di doping con trasfusioni di sangue, attraverso i servizi offerti dal dottor Mark Schmidt e ammettendo di aver utilizzato questo sistema illegale già nel 2018.
Il tribunale regionale di Innsbruck ha condannato Preidler a dodici mesi con sospensione della pena. La confusione potrebbe nascere anche da alcune dichiarazioni del corridore austriaco, che avrebbe riferito di strani miglioramenti in alcuni atleti dopo un ritiro in altura. Inoltre sempre Preidler avrebbe ammesso di essere sorpreso dei rapidi risultati raggiunti da un saltatore con gli sci passato poi al ciclismo. Il processo nei confronti del dottor Schmidt, chiamato anche “dottor Doping”, si sta avviando verso la sua conclusione e il 15 gennaio ci sarà la lettura della sentenza.
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