Non sarà un Natale normale per l'Italia. Per l'Europa. Per il mondo. Abbiamo chiesto a Matteo Pelucchi, velocista in procinto di passare dalla Bardiani Csf Faizanè alla Qhubeka Assos (ex NTT) di raccontarci come vivrà il suo natale svizzero. Sì, perché lui è uno dei tanti lombardi che nella loro vita si sono trasferiti al di là della frontiera. Nel suo caso, appena appena al di là: a Chiasso.
«Vivo lì da anni, sarà un Natale un po' diverso – spiega Matteo –. Saremo da soli io e la mia ragazza e non potremo rientrare in Italia per andare a trovare i nostri genitori. Anche i regali li ho dovuti fare a distanza tramite Internet. Al limite organizzeremo qualcosa in sicurezza con qualche amico. Comunque bisogna accontentarsi di quello che c'è».
Dopo le polemiche che ci sono state in Italia, mi viene spontaneo chiederti: le piste da sci sono aperte?
«Sì qua sono aperte. Ma io non scio: da buon velocista so che non avrei freni inibitori e finirei per farmi male».
In generale com'è la situazione elvetica rispetto a quella italiana?
«Quando è arrivata la prima ondata hanno aspettato a chiudere, ma appena la situazione si è fatta molto seria hanno adottato le restrizioni come in Italia. Poi è vero che c'è un sistema un po' diverso, ma quando vedono che i contagi aumentano iniziano pure qua le chiusure. Mascherine? Certo, sia al chiuso che all'aperto. Code fuori dai negozi, si entra uno alla volta, scuole e uffici che vanno a giorni alterni. E per le feste ulteriori restrizioni. Insomma, la situazione che si vive in tutta Europa: ho una sorella che vive a Londra e anche lei sta in lockdown come noi. Capisco gli italiani che sono stufi, fanno bene a esserlo, ma è una situazione mondiale»
In tutto questo, per fortuna un gran bel regalo di Natale l'hai già ricevuto: un nuovo contratto in World Tour, due anni dopo la fine dell'esperienza alla Bora Hansgrohe.
«Sicuramente, la Qhubeka Assos è la sistemazione migliore che potessi desiderare! Peraltro conosco il nuovo sponsor Assos, ce l'ho qua dietro casa (a Stabio, ndr) e c'è un bel gruppetto di italiani: oltre a me ci sono infatti Fabio Aru, Domenico Pozzovivo e Giacomo Nizzolo. Con quest'ultimo ho un rapporto speciale, è tutta la carriera che mi alleno con lui!».
Pelucchi e Nizzolo hanno condiviso la carriera da dilettanti tra Filmop, Bottoli e Trevigiani. Ora si ricongiungono dopo che le loro storie professionali (ma non quelle umane) hanno seguito percorsi divergenti per un decennio. Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato con Matteo: potrete leggere nei prossimi giorni l'intervista completa qui su tuttobiciweb. Nel frattempo, Buon Natale!