Gira l’Italia in lungo e in largo, la sua voce accompagna e descrive le gesta dei corridori impegnati nelle più importanti competizioni del nostro Paese; il suo ruolo di Addetto Stampa della UEC (Union Européenne de Cyclisme) lo porta a viaggiare molto in tutta Europa. Ora però, posato il microfono e spento il computer, Stefano Bertolotti si gode il meritato riposo nella sua casa di Losanna dove vive ormai da alcuni anni.
«È stato un periodo impegnativo e un po’ folle, sempre “a tutta”. L’attività che solitamente si fa in 6/7 mesi di corse è stata compressa. Per darti un’idea, dalle Strade Bianche quando è ripresa la stagione, fino al campionato europeo su pista di Plovdiv non mi sono praticamente fermato. Ho fatto solo pochissimi giorni a casa, come si dice in questi casi, solo il tempo di cambiare la valigia. Ora è tempo di relax», racconta Stefano a tuttobiciweb.
Le feste sono vicine. Come passerai il Natale?
«Sarà un Natale tranquillo. Lo festeggerò rimanendo qui a casa in Svizzera assieme alla mia compagna. Non abbiamo ancora pianificato i dettagli ma credo che rispetteremo la tradizione che per noi vuol dire Cenone. Io però punto al bis e spero anche nel pranzo (ride, ndr), senza dimenticare che per me anche il 26 dicembre è importante: Santo Stefano, il mio onomastico. Tra una mangiata e l’altra magari un giro in bici».
Usi molto la bici?
«Quest’anno ho fatto diversi chilometri, circa 7000. Qui in Svizzera non c’è stato un vero e proprio lockdown, si poteva pedalare e ne ho approfittato».
A casa Bertolotti… Presepe o Albero di Natale?
«Albero, l'abbiamo preparato l’8 dicembre».
E nella sfida tra panettone e pandoro chi vince?
«Panettone, nessun dubbio».
Cosa ti auguri per il 2021 del ciclismo?
«Spero che si possa vivere una stagione come quelle a cui eravamo abituati fino al 2019, con ogni gara nella abituale collocazione in calendario», risponde Bertolotti, che poi aggiunge: «Il nostro movimento merita anche un applauso per la grinta e la forza con cui ha saputo affrontare questa strana stagione 2020, dobbiamo esserne fieri».