Fabio Jakobsen è tornato in bici ma la riabilitazione per lui sarà ancora molto lunga. A dirlo è il dottor Yvan Vanmol, medico della Deceuninck - Quick-Step, che ha smorzato l’ottimismo dei giorni scorsi, nato quando Jakobsen ha pubblicato una sua foto con la fidanzata, scattata dopo la sua prima uscita in bici.
«Spero che Fabio possa ricominciare a correre da maggio – ha spiegato il medico –: il fatto di averlo visto in bici per un’ora e mezzo non vuol dire che a breve potrà tornare alle competizioni. Necessita di un lungo periodo riabilitativo».
Sono passati diversi mesi dall’incidente nella prima tappa del Giro di Polonia, nel quale Jakobsen riportò diverse fratture al volto. «Fabio sta ora iniziando la sua riabilitazione come corridore, ma ha bisogno di tempo. Durante l’uscita il suo battito cardiaco era molto alto: il suo cuore non è più stato impegnato in lunghi lavori per quasi cinque mesi, non è più abituato come quello di un atleta di alto livello, la sua frequenza cardiaca era molto alta per pompare la quantità di sangue necessaria».
Il medico della formazione belga ha seguito da vicino il processo di recupero del corridore olandese. «Prima ci siamo dovuti assicurare che il nostro ragazzo tornasse ad essere un individuo normale, in grado di svolgere nella vita quotidiana le normali attività. Al momento, questo risultato lo abbiamo raggiunto. Sia dal punto di vista cognitivo che da quello del linguaggio tutto è normale. Ha dovuto lottare con una delle sue corde vocali per un po’, ma ora anche quel problema sembra risolto» .
Uno dei momenti più complicati del recupero è stato il trapianto osseo del mese scorso, intervento svolto presso l'ospedale di Nijmegen sotto la guida del professor Stefaan Bergé. Un pezzo di osso è stato preso dall'anca per essere inserito sia nella mascella inferiore che in quella superiore.
«E’ stata una delle operazioni più importanti, questa, che ha impegnato molto il suo corpo, ma è stata eseguita perfettamente. Il dolore all'anca è sparito e solo dopo il risveglio Fabio lamentava ancora dolori alla bocca a causa delle tante cicatrici. Entro pochi mesi farà dei nuovi impianti dentali».
La parola d’ordine in questo caso è la cautela e, se tutti i passaggi verranno fatti nel modo giusto, il corridore olandese potrà riprendere l’attività agonistica.
«La prudenza deve essere al primo posto per Fabio, ora è all'inizio della sua ripresa come corridore, non deve ricominciare da capo, ma ha sicuramente perso molto. Tra due settimane andrà in ritiro con i con i compagni, ma difficilmente parteciperà agli allenamenti di gruppo. Inizialmente si allenerà individualmente e solo in secondo tempo verrà inserito in modo graduale insieme al resto della squadra».
Non esiste ad oggi una data certa per il ritorno in gara di Jakobsen, bisogna vedere come procederà la sua riabilitazione, ma il medico vuole essere ottimista e immagina Fabio al via del prossimo Giro delle Fiandre.
«Sarebbe da megalomani e con mancanza di realtà se ora Fabio dichiarasse che batterà tutti negli sprint. Psicologicamente ci sono pochi problemi, perché il trauma in quanto tale non è stato registrato. Fino a poco tempo fa, si lamentava spesso di stanchezza, un fatto normale dopo un trauma cerebrale come il suo, ma da quando è tornato dalle vacanze accusa molto meno la fatica. Adesso quando parlo con lui sento che quel fuoco sacro è ancora molto forte in lui».