Martedì presso il tribunale di Manchester è tornata in scena “La notte dei lunghi coltelli” del Team Sky, un’indagine nata da una serie di interrogatori e denunce legate al doping, iniziata nel 2012. I protagonisti sono sempre gli stessi: il dottor Richard Freeman, ex medico del team Sky e della nazionale di ciclismo britannica, e Shane Sutton (nella foto) ex dirigente del team.
La notizia è apparsa ieri sul quotidiano The Times: in cui si è parlato nuovamente di Chris Froome, come nome legato alle dichiarazioni che Sutton fece durante le indagini interne alla squadra.
Tornando per un attimo a quelle notti del 2012 fatte di sospetti, furono Sir Dave Brailsford con il dottor Steve Peters a condurre gli interrogatori interni al team, per capire se realmente ci fosse stato uso doping. L’indagine portò all’allontanamento “spontaneo” del corridore Bobby Julich, con i direttori sportivi Sean Yates e Steven De Jongh che lasciarono il team. Ci fu un’indagine che portò al ritrovamento di un ordine di cerotti con testosterone, consegnato alla squadra. Si trattava di fatti accaduti nel 2011 con il dottor Freeman che aveva richiesto per Sutton 30 bustine di Testogel, consegnate al velodromo di Manchester, dove sia la Sky che la federazione britannica avevano la loro sede.
Accuse queste, allontanate dall’ex braccio destro di Brailsford che ai media britannici disse che il prodotto arrivò per errore alla squadra e che immediatamente venne rimandato al mittente.
Tornando adesso al dibattimento presso il Tribunale di Manchester, secondo The Times i dettagli dell'interrogatorio di Shane Sutton del 2012 sono stati letti all'udienza di Freeman dall’avvocato di Sutter, Mary O'Rourke, che ha interrogato al riguardo il proprio cliente. Al tecnico australiano è stato chiesto se fosse stato coinvolto in pratiche di doping o nell'acquisto o nella fornitura di sostanze vietate. O'Rourke al riguardo, ha fatto sapere che il proprio cliente, ha risposto “No”, a tutte le domande formulate.