Julian Alaphilippe è tornato a parlare dopo l'incidente che lo ha visto protagonista al Giro delle Fiandre giusto un mese fa: il campione del mondo è stato ospite del programma televisivo Bistrot Vélo trasmesso da Eurosport Francia ed ha affrontato diversi temi e, rispondendo a molte domande, ha ripercorso il suo 2020 - coronato dalla conquista della maglia arcobaleno - spingendo lo sguardo verso il prossimo anno.
Sulla sua affermazione al Mondiale ha dichiarato: «Si è realizzato un sogno. Volevo vincere, non avevo altro in testa. La nostra nazionale era costruita per quello e tutti hanno lavorato molto bene. Avevo previsto di attaccare nel punto in cui sono scattato ma è stata dura, soprattutto entrando in pista. Al triangolo rosso non ero ancora certo di poter vincere, ci ho creduto veramente solo a 400/500 metri dal traguardo, quando mi sono guardato alle spalle e non ho visto nessuno. Non è facile descrivere le emozioni che ho provato, ero stanco, emozionato e felicissimo. Non dimenticherò mai la giornata di Imola».
Ed ancora: «Ad inizio carriera non avrei mai immaginato di diventare campione del mondo un giorno, col passare degli anni ho però capito che avrei potuto riuscirci. Ho cercato sempre di migliorare traendo insegnamenti dagli errori, imparando a focalizzarmi sugli obiettivi e ad attaccare al momento giusto. Anche questo è stato importante per raggiungere grandi traguardi».
Il moschettiere della Deceuninck Quick Step ha parlato anche della Liegi-Bastogne-Liegi e della sua volata. «Sono arrivato a Liegi motivato, con l’intenzione di onorare la maglia iridata. Ho interpretato la corsa al meglio, correndo bene fino allo sprint… immagino che si ricordino tutti della mia volata (accenna una risata, ndr). Sapevo di avere delle possibilità in volata anche se devo essere onesto: ero veramente a tutta, ho commesso degli errori e quando hai sulle spalle la maglia di campione del mondo il minimo errore viene amplificato. Mi servirà da lezione».
Loulou è tornato con la memoria anche al Giro delle Fiandre e ha sottolineato: «Non imputo colpe a nessuno per la caduta, né a Van Aert, né a Van der Poel, né alla moto e neanche a me. Si può dire che stessi parlando alla radio, che fossi girato ma onestamente in quel momento non potevo fare nulla. A terra ho capito subito che non avrei potuto ripartire, nessuna scusa bisogna accertarlo e guardare al futuro».
L’anno prossimo, Tokyo potrebbe essere un obiettivo? «Perché no, non ho ancora dei piani precisi ma le gare a cinque cerchi sono sempre un appuntamento importante in una carriera. Ho già partecipato a Rio 2016 (arrivò 4°, ndr) studieremo il percorso e vedremo come andrà la stagione 2021».
E per finire il francese, che il prossimo giugno compirà 29 anni, confida quale gara sogna di vincere: «Mi piacerebbe vincere delle Classiche, delle corse Monumento ma se dovessi scegliere una sola gara, direi il Tour de France».