Una stagione tra alti e bassi quella di Davide Formolo, il corridore dell’UAE Emirates che sta affrontando le ultime tappe della Vuelta di Spagna. In questo 2020 ha vinto una tappa al Delfinato e conquistato il secondo posto a Strade Bianche, dopo il bellissimo secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi del 2019.
Questo avebbe dovuto essere l’anno del suo Mondiale, ma una caduta al Tour de France lo ha costretto a rinunciare all'appuntamento iridato. E’ ripartito, Davide in questo 2020 che per lui resterà un anno importante dal punto di vista familiare, perché tra pochi giorni, a Montecarlo, nascerà la sua prima bambina.
Una caduta al Tour de France le ha fatto saltare molte corse importanti, tra cui classiche e Mondiale. Come ha vissuto quel periodo?
«E’ stato un periodo negativo, è stato difficile tornare a fare questa Vuelta e poi sono caduto anche qui, un peccato perché ero riuscito a centrare una bella fuga. C’era una salita importante e volevo far bene, poi a causa di una curva umida sono scivolato, ho riportato tante escoriazioni che si stanno facendo sentire anche adesso».
Ha dovuto saltare il Mondiale. Quanto ha pesato per lei questo?
«Tantissimo e ringrazio ancora Davide Cassani per avermi inserito nella prima lista dei convocati, con la speranza di vedermi, ma la frattura della clavicola ha richiesto più tempo del previsto e ancora adesso sto pagando le conseguenze dell’infortunio. Adesso però voglio guardare avanti alle Olimpiadi».
Stiamo assistendo ad una Vuelta molto particolare, come la sta vivendo?
«E’ una Vuelta molto bella, dal primo giorno siamo sempre andati a tutta, non ci sono volate, ma c’è sempre chi ci prova ed attacca, sicuramente una corsa molto imprevedibile. Anche nella tappa con 4000 metri di dislivello abbiamo avuto un finale a sorpresa con... un arrivo allo sprint».
La volata di cui parla è quella che il suo compagno Philipsen ha vinto nella quindicesima tappa. Che momento è stato per voi?
«Ci voleva proprio quella vittoria, ha sollevato il morale a tutta la squadra. Siamo venuti in Spagna con la voglia di fare bene, ma abbiamo sempre avuto problemi, c’è sempre stato qualcosa che è andato storto, per vincere bisogna avere anche fortuna. Poi finalmente Philipsen ha vinto, un velocista che vince una tappa di montagna non capita tutti i giorni. E’ stato un momento bellissimo, lui è un bravissimo ragazzo e anche se il prossimo anno cambierà squadra, so che noi resteremo amici».
Che giornata sarà oggi?
«Sarà una giornata dura, di quelle che speri che finiscano presto. Siamo alla fine della corsa e oggi ci sarà un arrivo in salita molto duro, come sempre penso che ci saranno delle sorprese».
Quali saranno i suoi progetti per il 2021?
«Mi sto focalizzando molto sulle Olimpiadi, ma anche il Mondiale che dovrebbe essere adatto a me e poi ci sono gli impegni di stagione con la squadra ancora tutti da decidere».
La stagione è stata segnata dal Covid-19 ha avuto paura o si è sentito protetto?
«In tutta onestà, per quanto riguarda il Coronavirus ho più paura della situazione che troverò a casa. In corsa, con le bolle di sicurezza mi sono sentito molto protetto. Io il Covid l’ho vissuto fin dall’inizio con la quarantena negli Emirati Arabi e non è stata una bella esperienza. Il ciclismo penso che sia stato lo sport più sicuro, se guardiamo i risultati dei nostri casi positivi, sono i più bassi in assoluto e alla fine siamo riusciti anche a disputare tutte le corse più importanti, solo la Parigi-Roubaix e l’Amstel Gold Race sono state annullate».
Come si vive il Covid in Spagna, uno dei Paesi più colpiti dal virus?
«Devo dire che gli organizzatori hanno fatto un grandissimo lavoro, lo stesso che è stato fatto al Tour, ma qui la gente è stata più consapevole del problema. Stiamo correndo con le strade veramente vuote, qualche persona la vediamo solo nei centri cittadini, ma è pochissima e partenza e arrivo sono praticamente deserti. Tutti eravamo dubbiosi sulla partenza della Vuelta e poi pensavamo che non saremmo arrivati a Madrid, invece ecco, domani arriveremo nella capitale con zero casi positivi e voglio ringraziare il pubblico che è rimasto a casa e che comunque ha voluto manifestarci tanto affetto. Ogni giorno sono moltissime le persone che ci scrivono e che ci dicono che la corsa è passata a pochi chilometri dalla loro casa, ma che non sono potuti venire sul percorso. Queste persone sono veramente un ottimo esempio di senso civico. Per ringraziarli noi corriamo bene e come vedete lo spettacolo non manca».
Tra poco nascerà sua figlia, come sta vivendo questo momento?
«Ormai ci siamo il tempo è scaduto ed è solo una questione di giorni e a questo punto spero che mia figlia, per nascere, aspetti il mio ritorno. Ci sono pochi aerei e per tornare a casa partirò in macchina domani stesso alla fine della corsa, non posso perdermi un momemto così importante. Sono disposto anche ad andare a casa in bici per esserci: la nascita di un figlio è qualcosa di straordinario».
Avete scelto il nome?
«Mia moglie vuole aspettare il mio arrivo per scegliere il nome di nostra figlia, anche questo è parte di un momento tutto nostro».