Lefevere è implacabile. Dopo il botta e risposta con Luca Guercilena sulla Vuelta di Spagna e la squalifica di Bennett, il numero uno della Deceuninck-Quick Step ha deciso di attaccare il manager della Lotto-Soudal John Lelangue. Lelangue e Lefevere sono i numeri uno delle due squadre ciclistiche professionistiche del Belgio, ma da sempre hanno avuto immagini diverse: una dall’aspetto più moderno e internazionale e l’altra dal carattere più tradizionale.
Lelangue sempre molto pacato e misurato, questa volta non è rimasto in silenzio e ha reagito con rabbia alle dichiarazioni di Patrick Lefevere apparse ieri sui giornali del Belgio. Lefevere ha definito il suo collega manager come «un politico che vuole sempre accontentare l'UCI e gli organizzatori, sottomettendosi ai loro giochi, senza esprimere mai un'opinione personale».
«A quanto pare io sono il prossimo della sua lista», ha twittato Lelangue indignato e riferendosi ai precedenti attacchi con Guercilena.
Nelle sue estrenazioni Lefevere ha spiegato che prenderà sempre le difese dei corridori della Deceuninck-Quick Step, sostenendo che Lelangue ha fatto il contrario al Giro con Adam Hansen e Thomas De Gendt, dai quali ha preso le distanze dopo che i corridori erano andati contro l'organizzazione della corsa rosa. «È così che lavora un politico che vuole sempre accontentare l'UCI e gli organizzatori – ha tuonato Lefevere - Le mie opinioni sono personali, lui non ne ha mai una».
Lelangue non poteva lasciar passare e ha deciso di intervenire in prima persona. «Dopo aver attaccato il mio collega Luca Guercilena (manager di Trek-Segafredo, ndr), gli organizzatori e l'associazione ciclistica dell'UCI, a quanto pare Lefevere ha deciso di inserire anche me nella sua lista. Ognuno è libero di avere la propria opinione, è una libertà di tutti, ma forse si è dimenticato lui di rispettare il pensiero degli altri. Gli auguro di passare un bel weekend».
Lelangue più che attaccare in modo diretto Lefevere, ha preferito difendere le proprie idee, sottolineando che rispettare i propri valori sportivi non vuol dire essere un politico sottomesso.
«Avere dei propri valori da oltre 25 anni non significa essere un politico, ma vuol dire difendere la propria opinione e le proprie idee, signor Lefevere. Difendo l'UCI, gli organizzatori o i corridori? No, sto solo difendendo le mie convinzioni».