L'ha portato via fra gli altri il Covid 19, Giuseppe Mauso, l' antico ciclista di Frattamaggiore che fu il primo napoletano, nel 1957, a correre
un Giro d' Italia.
L'ha portato via di brutto, 88 anni compiuti, una successiva vita lavorativa da imprenditore orafo al Tarì, come in quella 'Sanremo' del '57 fu invece Luison Bobet in persona, raccontava, ad andarselo a prendere e spegnere il suo sogno, dopo il Berta, prima della bagarre e dello sprint finale vinto da Miguel Poblet. E Mauso solo diciassettesimo, il giorno di San Giuseppe, suo onomastico, ex-aequo...
Grande promessa del ciclismo del Sud del primo dopoguerra, fra Bove e Mastroianni, Tufano e Acconcia, le sfide alla Coppa Caivano e al Gran Premio Cirio, convocato dal CT Proietti in Nazionale dilettanti per il Mondiale '56 di Copenaghen, Mauso passò fra i professionisti a fine anno nella Nivea Fuchs di Charly Gaul. E disputò interamente, appunto, la stagione 1957 nella Bottecchia Gripo, fra Vito Favero e Guido Carlesi, direttore sportivo Giordano Cottur, un solo successo, in una frazione del Giro di Sicilia.
Con il blasone di nobiltà che resterà nel tempo indiscusso di primo ciclista napoletano ad aver partecipato, e portato a termine, a un Giro d' Italia. Dorsale '78', 66esimo nella classifica finale del 40. Giro d' Italia.
Avrebbe corso negli anni successivi, dal '58 al '60, solo da isolato, e troverete ancora il suo nome fra gli indipendenti, tra le maglie di lana dell'Aerfer Poggioreale e del Gruppo Sportivo Lepori, negli iscritti alle ultime edizioni del Giro della Campania disputati da Fausto Coppi. Altri tempi, altre storie di strada, che Giuseppe Mauso, la gloria di Frattamaggiore, ha portato al sicuro via con sé.