La Giovinazzo-Vieste è tracciata per intero in Puglia e fino a metà gara è completamente piana per poi entrare nel territorio del Gargano con strade ricche di curve e strappi in serie, sebbene con pendenze contenute. Domani avremo l'arrivo in salita di Roccarao ma qui potrebbero esserci sorprese con questo tipo di percorso (200 i km da percorrere) dal finale molto insidioso.
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Il ritrovo e il via sono fissati a Giovinazzo, cittadina subito a nord del capoluogo Bari, affacciata sul mar Adriatico, con il nucleo abitativo del centro contornato da mura quattrocentesche e ricco di motivi d’interesse. La cattedrale, eretta verso la fine del 1200, sorge in riva al mare e attorno ad essa si trovano il Palazzo ducale di metà 1600, la chiesetta dello Spirito Santo e quella di San Domenico che conserva un dipinto di Lorenzo Lotto. Sono numerosi e interessanti vari edifici. Il porto di Giovinazzo, caratteristico, è prevalentemente frequentato da pescherecci.
La città ha già ospitato una partenza della corsa rosa, era il 2014 quando dopo l’avvio in Irlanda il Giro d’Italia ripartì proprio da Giovinazzo per concludere la tappa, vinta dal francese Nacer Bouhanni, con un contestato circuito finale a Bari.
Si passa per Molfetta, importante centro con l’attivo porto e varie attività, agricole e industriali, nel suo territorio che si estende verso le Murge. La struttura urbana, a scacchiera, è disposta lungo la costa mentre il nucleo centrale del borgo antico sorge su un promontorio, a fianco del porto, nei pressi del Duomo vecchio medievale con tre cupole in asse. La cattedrale nuova, barocca, presenta diversi motivi d’interesse così come altri edifici.
A sud-ovest della cittadina si trova il “Pulo di Molfetta”, una cavità a imbuto profonda m. 35 e larga m. 130, con spettacolari, ripide pareti e varie grotte. Lo storico Gaetano Salvemini (1873-Sorrento 1957) era nato qui.
Si presenta quindi il passaggio nella assai recente provincia di Barletta-Andria-Trani, la BAT, toccando Bisceglie, attivo e popolato centro agricolo tra ulivi, vigne, orti e ciliegi tipici, agrumeti con molteplici industrie di trasformazione e manifatturiere. Il porto ha un traffico intenso mentre il patrimonio architettonico conta, fra altri, la chiesa romanica di S. Margherita nella centrale piazza Mercato, accanto alle due torri del Castello Normanno e alla Cattedrale che ha ripreso le originali forme romaniche. Nel territorio si trovano vari “dolmen”, monumenti dell’epoca megalitica, del bronzo e fra questi è di rilievo il Dolmen della Chianca.
L’itinerario prevede il passaggio da Trani, co-capoluogo di provincia, città antica e di prima importanza nel medioevo. Su un promontorio, sopra l’attivo e suggestivo porto, sorge la cattedrale, dedicata a San Nicola Pellegrino, raffinato esempio di architettura romanica pugliese, realizzato utilizzando la “pietra di Trani”, tufo calcareo leggermente rosato estratto nelle cave dei luoghi. Lì vicino c’è pure il Castello Svevo, imponente costruzione, più volte riattato nei secoli. Molto caratteristico è il centro storico intersecato da molti vicoli con costruzioni di valore specifico. Notevoli sono pure il museo diocesano e l’abbazia di S. Maria Colonna. Diffuse sono varie attività manifatturiere e la pesca. Il vino moscato Trani D.O.C. unitamente a vari altri prodotti della terra sono di rilievo qualitativo. Segue Barletta, città che sfiora i centomila abitanti con storia millenaria. Nella sua frazione di Canne, nel 216 a.C., Annibale, alla testa dei Cartaginesi, inflisse una dura sconfitta all’esercito romano. Di rilievo, nella sua lunga storia, è stata la sua funzione di base logistica, nel medioevo, con la basilica del Santo Sepolcro, per partenze di pellegrini e crociati verso la Terra Santa. A fianco, svetta la statua di bronzo del Colosso, struttura imponente. Di valore sono anche il Duomo e il Castello con parte delle mura. La città è nota anche per la “Disfida d Barletta”, scontro fra tredici cavalieri italiani, guidati da Ettore Fieramosca che risultarono vincitori, e altrettanti francesi avvenuta il mattino del 13 febbraio 1503. Sono assai sviluppate le attività agricole e industriali.
Nativi di Barletta sono il pittore Giuseppe Gaetano De Nittis (1846-Francia 1884), il direttore d’orchestra Carlo Maria Giulini (1914-Brescia 2005) e Pietro Paolo Mennea (1952-Roma 2013), la “freccia del sud”, grande velocista nell’atletica leggera con palmarès d’eccezione. Giuseppe Saronni ha vinto qui nel 1980 la tappa del Giro che partiva da Lecce.
Si procede per Margherita di Savoia, con le sue note saline e dove, nel 2013, Mark Cavendish firmò la vittoria con uno dei suoi sprint vincenti nella corsa rosa al termine della tappa che partiva da Mola di Bari.
Con il passaggio da Zapponeta si è in provincia di Foggia e poi Ippocampo, esteso insediamento turistico cui segue la zona di rifornimento fisso prima di giungere a Manfredonia. E’ sull’omonimo golfo ed è sede del Parco Nazionale del Gargano dove, da qui in avanti, la corsa si sviluppa nel suo splendido paesaggio. E’ centro di riferimento della zona, con lunga storia e il Castello Svevo-Angioino, la laguna di Siponto con i suoi reperti archeologici, unitamente a diversi altri motivi, testimoniano il suo peculiare passato. Attivi sono i due porti cittadini. E’ qui posto il primo traguardo volante. Dopo la località di Madonna delle Grazie inizia la salita al GPM di 2^ cat., quota m. 747, di Monte Sant’Angelo. Sono quasi km. 10 d’ascesa con pendenze comprese fra il 6% e il 10% e che consente d’ampliare, salendo, vedute d’impatto del panorama sottostante sul golfo e il Tavoliere delle Puglie. Il santuario romanico di S. Michele Arcangelo del VI^ secolo è stato inserito nella lista del patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2011 ed è meta costante di pellegrinaggi.
Segue una rapida discesa su Mattinata con la sua bella spiaggia e proseguire nell’incantevole panorama di Baia delle Zagare, mare incantevole e coste con falesie di roccia calcarea e due faraglioni prima d’iniziare lo strappo in salita verso Coppa Santa Tecla, a m. 390 d’altitudine, sempre con splendido panorama sottostante. La discesa conduce a Pugnochiuso, centro turistico di recente costituzione, nel comune di Vieste, poi secondo GPM di giornata, con breve ascesa verso la località La Guardiola, GPM 4^ cat., m. 168. Segue il passaggio in località Vieste-Faraglione per poi affrontare uno spettacolare circuito di circa km. 13 con inseriti due brevi strappi, impegnativi però, prima del traguardo. Il circuito toccherà via Saragat, dove è situato lo strappo, il villaggio di Scialmarino, lungomare Europa dove, al primo passaggio è posto il secondo traguardo volante di giornata, piazza Garibaldi, via Alighieri, ancora via Saragat e Scialmarino per giungere al traguardo del lungomare Europa.
Vieste è il comune più a oriente del promontorio garganico con il bianco nucleo costitutivo dell’abitato che sorge su una piccola penisola rocciosa con vicoli e scalinate caratteristici. Ai lati le famose spiagge che rendono Vieste meta ambita e frequentata del turismo estivo grazie anche alla capace ricettività. Il turismo estivo è l’asse portante dell’economia locale senza però dimenticare l’ottima produzione dell’olivicoltura, dell’agricoltura e dell’allevamento. E’ base anche di diversi generi di vacanze attive nel territorio della Foresta Umbra, nel senso latino di cupa, ombrosa, grande riserva naturale del Gargano.
Notevole esempio di architettura pugliese é la Cattedrale che si staglia sul promontorio e di rilievo sono anche cavità naturali sul mare o nella terraferma di varia suggestione.
Nel 1979 la tappa del Giro da Potenza a Vieste vide prevalere Giuseppe Saronni su Francesco Moser in maglia rosa e notevole, acceso, seguito polemico nel dopocorsa, sia subito dopo il traguardo sulla strada, sia nelle interviste televisive del dopocorsa. Nel 1988 è stato il traguardo della 2^ frazione della 4^ tappa, la cronosquadre proveniente da Rodi Garganico con vittoria della Del Tongo Colnago per 11” sulla Carrera.