La Enna-Etna di 150 km è la tappa in terra siciliana che è chiamata a dare i primi riscontri per le ambizioni dei corridori che mirano ai piani alti della classifica prospettando il traguardo, in salita, sull’Etna, all’inedito traguardo di Piano Provenzana. E è un eufemismo dire che sarà difficile per Filippo Ganna, bavissimo ieri ad Agrigento nella tappa vinta da Diego Ulissi, conservare la sua maglia rosa.
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E’ una “new entry” nella particolare geografia della corsa rosa anche il ritrovo e la partenza da Enna, il capoluogo di provincia, al centro geografico della Sicilia, di maggiore altitudine in Italia (m. 930), città che fino al 1927 era denominata Castrogiovanni prima di riprendersi il nome originale. Per la sua posizione era stata definita “Urbs inexpugnabilis” dai romani fruendo altresì dell’attributo di “Belvedere di Sicilia” per vedute panoramiche in molteplici direzioni. Nella sua millenaria storia ha vissuto, in successione, l’antica epoca della popolazione dei sicani, poi siculi, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi e aragonesi. Sul punto più alto sorge il castello di Lombardia realizzato fra il 1200 e il 1300 (il nome deriva da una guarnigione di soldati lombardi che lo presidiarono nel periodo normanno). Il Duomo medievale, monumento nazionale, la Rocca di Cerere e altri edifici connotano la storia cittadina, soprattutto lungo l’asse centrale di via Roma. Nella zona bassa è assai sviluppata l’agricoltura. Nel comune, nella frazione di Pergusa, sorge l’omonimo lago naturale con varie particolarità in visione faunistica, geologica e paesaggistica. Attorno al lago è disegnato un circuito motoristico di km. 4,950 che, dal 1951, ospita gare ed eventi di rilievo anche internazionale.
L’itinerario prevede un primo tratto in discesa verso la stazione di Leonforte Pirato e quindi risalire per il passaggio da Leonforte con la bella chiesa madre di S. Giovanni Battista e altri motivi di vario rilievo, nel sistema montuoso degli Erei. Si transita quindi per Agira, centro antico a economia prevalentemente agricola e nei pressi si trova l’invaso artificiale del lago di Pozzillo formato da uno sbarramento del fiume Simeto che condivide con la vicina Regalbuto, in continuità di paesaggio, con la chiesa madre di San Basilio. Era qui nato Riccardo Lombardi (1901-Roma 1984), ingegnere, giornalista e politico di rilievo, storico esponente del PSI. Anche Giuseppe Perna, qui nato nel 1885, era di Regalbuto e ha partecipato a primo Giro d’Italia nel 1909 classificandosi ultimo, comunque un’impresa, che non ha lasciato altre tracce ciclistiche e di vita.
La strada scende fino al ponte sul fiume Salso ed entra così nella provincia di Catania passando per la Centrale Solare Eurelios, in territorio di Adrano, che vanta un doppio primato: prima centrale solare a concentrazione del mondo e pure la prima a immettere in rete energia elettrica prodotta dal sole, era il 1981. Sarà sostituita con un più moderno impianto fotovoltaico. E’ previsto quindi il passaggio da Paternò, importante, esteso, comune già nell’area etnea alle prime pendici sud-occidentali del massiccio. E’ zona di pregiati e vasti agrumeti e varie coltivazioni. L’abitato è sovrastato Castello fatto costruire da Ruggero il Normanno nel 1072 e riattato all’inizio del 1300. Consente la visione di uno spettacolare imponente panorama dell’Etna, della Piana di Catania e della valle percorsa dal fiume Simeto. Si possono ricordare le valenze della Chiesa Madre di Santa Maria dell’Alto, con diversi altri edifici di culto e palazzi civili come il museo Savasta, la Galleria d’Arte Moderna, il palazzo delle Arti, la biblioteca comunale intitolata al geografo Giovan Battista Nicolosi, qui nato nel 1610 e morto a Roma nel 1670.
Originari di Paternò sono l’astronauta Luca Parmitano (1976), varie generazioni della famiglia La Russa, impegnati in politica, Michelangelo Virgillito (1901-Milano 1977) e Salvatore Ligresti (1932-Milano 2018), imprenditori della finanza variamente e largamente discussi per il loro operare.
In località Salinelle, in zona con i vulcanelli di fango, negli anni 1990, è stato realizzato un velodromo con curve sopraelevate e tribuna capace di 4.500 posti. Impianto mai omologato e quindi mai utilizzato, purtroppo.
Dopo il rifornimento si riprende a salire verso Belpasso, popoloso ed esteso comune con storia antica e articolata, che abbina, alle tradizionali, variate coltivazioni in terreno fertile, recenti attività nel settore del commercio e di vari servizi e strutture di notevoli dimensioni. Il Duomo collegiata di S. Maria Immacolata e la chiesa di S. Antonio di Padova, unitamente a molte altre sono gli edifici religiosi di maggior rilievo. Sono nativi di qui Pippo Caruso (1935-Fara in Sabina 2018), popolare direttore d’orchestra e partner artistico di Pippo Baudo, Francesco Condorelli (1912-2003), fondatore dell’omonima industria dolciaria con gli squisiti torroncini e Nino Martoglio (1870-Catania 1921), scrittore, regista e poeta.
Sempre in salita si raggiunge Nicolosi, con la sede del Parco dell’Etna ospitata nell’antico monastero di S. Nicolò l’Arena (o anche la rena), e il centro è anche definito come “la porta dell’Etna”. Il vulcano, per vari aspetti, è una presenza costante nella vita di Nicolosi. La località ha conosciuto un particolare sviluppo edilizio con molteplici insediamenti di seconde case che ne hanno un po’ mutato, non sempre in meglio, le caratteristiche costitutive. E’ frequentata località di villeggiatura sia in versione estiva, sia invernale. Testimonianze della sua storia sono la chiesa madre dello Spirito Santo e varie altre ancora. Si prosegue per Pedara, sulle colline a sud dell’Etna, con la basilica di Santa Caterina e il santuario di Maria Santissima Annunziata che spiccano nel contesto architettonico di questa località del parco dell’Etna che nel 2018 è stata la partenza della quinta tappa con traguardo a Messina. Si percorre un tratto in lieve discesa verso Trecastagni, poi Fleri, frazione che anticipa il capoluogo, Zafferana Etnea, sede del primo traguardo volante, con l’abitato disposto in una vallata, a metà strada tra mare, lo Jonio nello specifico, e la montagna, località che presenta la Chiesa Madre, il palazzo municipale, la villa Manganelli fra i principali motivi d’interesse. Si risale un po’ verso Milo, fra ombrosi boschi, in posizione panoramica con il Mongibello MTB Team che organizza l’Etna Marathon. Ancora in salita per il bivio di Vena per scendere verso il secondo traguardo volante di Linguaglossa. E’ nel versante nord-est dell’Etna e il suo territorio si estende fino alla cima del vulcano. Di valore è la chiesa matrice e quella di S. Francesco di Paola e il palazzo del comune. E’ zona di sviluppata agricoltura con varie proposte, di lavorazione del legno con attività artigianali e frequentato centro turistico. Qui è nato Francesco Messina (1900-Milano 1995), scultore figurativo, fra i più importanti del secolo scorso.
E’ proprio da Linguaglossa, dopo il secondo traguardo volante della tappa, che inizia la salita all’Etna, vulcano attivo, molto attivo, a quota m. 3.326, che è stato inserito nel 2013 nell’elenco dei Patrimoni Unesco. L’Etna, conosciuto anche come Mongibello, è il vulcano più alto d’Europa e fra quelli più attivi al mondo. E’ una meta del turismo anche internazionale che abbina le peculiari visioni riguardanti la sua natura di vulcano ad attrattive di tipo turistico classiche, sia in visione estiva, sia invernale, per molte attività sportive e ricreative.
Il versante che conduce a Piano Provenzana, compreso nell’ambito comunale di Linguaglossa, è percorso per la prima volta dalla corsa rosa che, nei tempi più recenti, ha frequentato con una certa assiduità l’Etna. La strada si snoda in un’estesa pineta, in paesaggio alpino che consente pure la visione del Mar Ionio. La stazione sciistica propone piste per la pratica dello sci, sci di fondo, scialpinismo e snowboard con impianti di risalita moderni. La strada “Mareneve”, attraverso la pineta Ragabo, collega velocemente Linguaglossa alla stazione sciistica.
Il tratto di salita, rilevato a quota m. 545, misura km. 18,200, con m. 1.235 di dislivello fino ai m. 1.793 dove è posto l’arrivo e pendenza media del 6,8% con andamento assai regolare e punta massima, in prossimità del traguardo, all’11%. Dati e numeri che giustificano il GPM di 1^ categoria. E’ prevedibile, e certamente sarà, che questa salita darà la prima configurazione della classifica per gli aspiranti al successo finale.
I precedenti del Giro con traguardo a varie quote e seguendo diversi versanti dell’Etna iniziano nel 1967 con l’affermazione del toscano Franco Bitossi, nel 1989 il portoghese Acacio Da Silva, nel 2011 Alberto Contador, nel 2017 Jan Polanc e per tutti questi il traguardo era al Rifugio Sapienza con altitudine attorno ai m. 1.900 mentre nel 2017 l’arrivo era il località Serra La Nave e il successo fu per il colombiano Esteban Chaves.