L’alleanza è finita e da ieri i due amici sloveni hanno iniziato la loro battaglia per conquistare Parigi. Roglič è sempre in vantaggio, ma non è soddisfatto e, anche se nella cronometro di sabato sarà il favorito, vuole prendere altri secondi nei prossimi giorni. “Il vantaggio non è mai abbastanza e ne vuoi sempre di più” Ha spiegato il capitano della Jumbo-Visma che, al comando della classifica generale, ha ora un vantaggio di 57” su Pogačar e 1’26” su Lopez. Quarto e ormai relativamente lontano c’è Richie Porte a 3’05”.
"Nel finale faceva un caldo folle, gli ultimi tre, quattro chilometri sono stati veramente brutali! Quando arrivi in cima ad una salita come quella di oggi sei felicissimo, hai finito la corsa e sei sfinito”.
Roglič non ha vinto, è arrivato secondo, ma ha dimostrato di essere più forte dei suoi avversari e nel momento giusto è riuscito a prendere vantaggio su di loro. “Oggi è stato fantastico per noi, sono molto felice del risultato. Certo, non ho vinto, sono arrivato secondo, ma ho aumentato il mio vantaggio sul mio avversario più pericoloso. Quindi posso ritenermi abbastanza soddisfatto”.
Vincere al Tour provoca dipendenza, così come i distacchi e l’ex campione del salto con gli sci non si vuole accontentare e già domani, vuole rosicchiare qualcosa ai suoi avversari. “Non puoi averne mai abbastanza. Se hai un vantaggio di cinque minuti, ne vuoi dieci. Se hai un vantaggio di dieci minuti, ne vuoi ancora di più. Continueremo a lavorare duramente e a mattere da parte secondi”.
Roglič ha la maglia gialla e in questo Tour ha conquistato la tappa con arrivo a Orcières-Merlette. Ma nei suoi piani non c’è solo il traguardo di Parigi: il campione sloveno, prima della fine di questo Tour, vuole conquistare un’altra frazione. "Per correre in tappe come questa servono gambe e anche testa per non crollare. Sepp Kuss oggi ha avuto un ruolo molto importante, è stato veramente fantastico. L'ho mandato avanti per controllare la corsa e valutare i miei avversari. Se non avessi avuto lui avrei potuto commettere degli errori e sbagliare la tappa".