La Jumbo-Visma ha avuto ieri in Tom Dumoulin e Wout Van Aert due straordinari motori, che hanno guidato Primoz Roglic sulle terribili salite della quindicesima frazione. Ma a brillare non sono stati solo gli uomini del team olandese, a spingere e a guidare il proprio capitano, ieri c’era anche Damiano Caruso della Bahrein McLaren, che ha fatto un lavoro perfetto per il suo Mikel Landa.
Roglic nella frazione di ieri è stato aiutato da tutta la sua squadra, in particolare da Van Aert e Dumoulin, mentre lei è stato la guida di Landa. Com’è andata?
«Penso di aver fatto il mio dovere, non mi sento di essere ai livelli di Dumoulin e Van Aert, loro sono su un altro pianeta, ma sono contento del lavoro fatto. Mikel è nei primi posti della classifica generale e possiamo migliorare. Manca ancora un’intera settimana prima di arrivare a Parigi. Poi non dobbiamo dimenticare gli altri della squadra che hanno lavorato con me. Penso a Colbrelli e mi piacerebbe vederlo vincere in una tappa».
Landa è andato bene, ma anche lei ha ottenuto un buon risultato, chiudendo al tredicesimo posto nel gruppo dei migliori. È soddisfatto?
«Quando mi sono staccato, avevo finito il mio lavoro e avevo fatto più di 20 km con il vento contrario per proteggere Landa. Se non avessi speso così tanto penso che avrei potuto ottenere un risultato migliore. La mia prestazione è stata sicuramente di alto livello».
Dal suo punto di vista che tappa è stata quella di ieri?
«Una tappa difficile perché fin da subito il ritmo è stato elevato. La prima ora abbiamo avuto una media di 52 km/h. In salita la Jumbo-Visma ha fatto un ritmo elevatissimo e sul primo GpM già si vedeva chi stava arrendendo. Mi ero accorto subito della sofferenza di Bernal, si vedeva che non aveva la sua solita pedalata fluida, mentre non avevo notato le difficoltà di Quintana. Abbiamo affrontato le salite tutte d’un fiato e la parte più difficile è stata su La Grand Colombier. Sembrava di fare una cronoscalata».
Lei questa salita la conosceva bene?
«Al Tour già l’avevo fatta e poi ero venuto a fare delle ricognizioni. Ma farla con il ritmo della Jumbo è stato veramente difficile. Il momento più difficile è stato quando a tirare in testa c’era Van Aert. Posso dire che quel ragazzo è un altro livello e secondo me, ieri non ha dato il massimo. Anche quando la pendenza diminuiva, lui non ha rallentato per recuperare, ha continuato a spingere».
È così forte Van Aert?
«Per me il più forte nella squadra è lui, quando vuole ci mette tutti al gancio. Riesce ad avere potenza velocità e costante che non ti fanno recuperare. È una macchina da guerra che potrà essere protagonista al mondiale di Imola».
La Jumbo è uno squadrone, la sua Bahrein che squadra è?
«Siamo un’ottima squadra molto competitiva secondo me. Landa sta bene e può fare belle cose e poi i ragazzi si impegnando tutti. Certo nelle salite ci siamo solo io e Mikel e nel finale dobbiamo essere sempre davanti, sia nelle tappe miste che in quelle di montagna e questo non ci consente un recupero ottimale».
Oggi giorno di riposo, come lo passerete?
«Faremo una piccola uscita per smaltire l’acido lattico e poi ci rilasseremo il più possibile, chiamando amici e parenti al telefono. Poi arriveremo velocemente alla sera e domani ricominceremo la corsa».
Cosa vi ha detto Landa ieri?
«Mikel era dispiaciuto voleva fare di più e siamo stati noi a rincuorato. Era deluso ma ci ha ringraziato per il lavoro fatto. La cattiva giornata può capitare a tutti e l’obiettivo podio è ancora alla nostra portata».
Quali saranno i punti chiave dell’ultima settimana?
«Già la tappa di domani sarà importante, ma più di tutte saranno il Col de la Loze di mercoledì e la cronometro di sabato. Queste secondo me saranno le due tappe che decideranno il vincitore del Tour de France».
Vi aspettavate qualche attacco da parte dei corridori colombiani?
«Onestamente no e non penso a possibili alleanze. Ognuno sta facendo la propria corsa con le possibilità che ha. L’unica alleanza attualmente possibile è quella di rimanere attaccati il più possibile al treno della Jumbo».