Sonny Colbrelli per questo Tour de France non potrà avere un ruolo da protagonista: la sua squadra, la Bahrein McLaren, ha puntato tutto sulla classifica generale con Landa e lui dovrà seguire gli ordini del team e difendere il suo capitano.
Che Tour sarà per lei, questo?
“Come per tutti sarà molto impegnativo e io avrò un ruolo diverso: non mi vedrete nelle volate, perché tutti dovremo proteggere Landa, il nostro capitano e portarlo il più avanti possibile nella classifica generale”.
Questa scelta del team è stata difficile per lei da accettare?
“Certo mi sarebbe piaciuto avere delle occasioni, ma le scelte una squadra le fa con ragionamenti precisi e io rispetto sempre quello che decide chi guida il team”.
Domani però potrebbe essere una tappa adatta alle sue caratteristiche. Potremmo vederla protagonista?
“Penso proprio di sì. La squadra per domani mi ha dato il via libera, potrebbe essere la mia unica occasione e voglio giocarmela bene”.
Dove si deciderà il Tour?
“Sicuramente in montagna. Questo è un Tour difficile adatto a scalatori e già dalla seconda frazione si vedrà chi sarà favorito per la vittoria. Per queste difficoltà la squadra non vuole dispersione di energie e correremo tutti per Landa”.
Dove la rivedremo protagonista in una corsa?
“Finito il Tour farò tutte le classiche alla ricerca di un risultato importante. Il mio ruolo sarà completamente diverso, sarò io ad andare in cerca della vittoria”.
Tra le classiche qual è la sua preferita?
“Tutte le Classiche hanno un fascino particolare, ma il Giro delle Fiandre è quello che amo di più. Mi ha conquistato da quando ero bambino e mi piacerebbe vincerlo un giorno”.
Il Tour è blindato a causa del Covid-19 e voi vivete dentro delle bolle di sicurezza. Si sente sufficientemente tutelato?
“Direi di si. Ma le situazioni vanno viste anche con la giusta ottica. Quando siamo in hotel viviamo solo con i membri della squadra, poi durante la corsa per tante ore siamo tutti in gruppo. Già dalla mattina passiamo vicino ai pullman delle altre squadre e abbiamo inevitabilmente dei contatti e di questo bisogna tenerne conto”.
Cosa pensa dei casi positivi che stanno facendo molto discutere le decisioni dell’UCI?
“Non è un argomento facile questo. Penso che in caso di positività bisognerebbe fare come nel doping: fare un test su un secondo campione. Abbiamo già assistito a due falsi positivi, se fosse successo qui, che decisione ci sarebbe stata? Non voglio dire che le squadre non debbano essere espulse per positività, ma solo che bisogna essere certi di quella positività”.
Il pubblico come si sta comportando?
“Come sempre c’è chi capisce la difficoltà della situazione e chi no. Spero che la gente capisca che con l’aumento dei casi di positivi al Covid, si rischia di sospendere tutto lo sport e quindi invito a non venire nelle zone dove potrebbero esserci afflussi alti di pubblico, come le salite. Quest’anno si deve fare il sacrificio di vedere le corse da casa”.