Davide Formolo va forte e lo farà con determinazione anche domani, quando cercherà di confermarsi campione italiano in linea, prima di andare al Tour de France. Davide è il ragazzo semplice con il viso da bambino, ma capace di ruggire in corsa. Ha lo sguardo sincero, come l’amicizia che lo lega a Valerio Conti, con il quale duellava già da ragazzino e che ora ha in squadra. Insieme corrono ma trascorrono anche il tempo libero, perché come dice Davide, loro sono amici veri. Questo per Formolo è un anno speciale, dove la voglia di vincere è tanta, perché a novembre diventerà padre per la prima volta e la bimba che sta per arrivare, per lui è uno stimolo importante.
Lei sta correndo con la maglia tricolore e domenica cercherà di difenderla ai Campionati Italiani, quanto è stato importante per lei indossarla?
“È stato molto emozionante andare in gara con questa maglia. Purtroppo è stato un anno particolare e mi sarebbe piaciuto poterla mostrare di più in corsa, ma il Covid ha bloccato le corse. Fin da quando ero bambino questa maglia ha per me un significato importante e domenica cercherò di difenderla per indossarla per un altro anno”.
Parlando di Covid-19 lei ha vissuto la quarantena già a febbraio, quando si trovava negli Emirati Arabi: che ricordo ha di quel periodo?
“È stata un’esperienza dura. Furono settimane lunghissime e c’era tanta incertezza. Finito quel periodo di quarantena, è iniziato il lockdown e c’è stato un senso di smarrimento, lo ricorderò come il periodo più difficile della mia carriera. A me non piace correre sui rulli e c’era l’incertezza di tornare a correre. Nessuno sapeva darci sicurezze e allenarsi aveva poco senso. Ma finalmente siamo tornati a correre e questa è la cosa più importante”.
Il suo ritorno alle gare è stato a Strade Bianche ed è andato subito fortissimo. Come è stata questa sua ripartenza?
“Dopo tre settimane in altura sono andato a Siena per Strade Bianche, era la prima volta che correvo su queste strade e sentivo la gamba andare veramente bene. Sono tornato con la squadra al Sestriere e sono poi andato a fare la Milano-Sanremo. Sia io che la mia squadra siamo ripartiti bene, ci sono stati i miei risultati ma anche quelli dei miei compagni, come Gaviria e Ulissi. Guardiamo avanti cercando di migliorarci e arrivare a conquistare corse importanti”.
Qual è il suo obiettivo in questa stagione?
“Riconfermarmi campione italiano e sicuramente cercare di vincere qualche tappa al Tour de France. Naturalmente punterò anche alle Classiche, sarebbe bello vincerne una. Probabilmente sarò anche alla Vuelta e anche lì potrei cercare qualche tappa”.
Che Tour de France sarà per lei?
“Sarà un Tour impegnativo con molte tappe ondulate e tappe adatte alla fuga, dovrò impegnarmi per arrivare alla vittoria e dovrò impegnarmi per i miei compagni di squadra, quando ci saranno opportunità di vittoria per loro e per la classifica generale”.
Tornando alle Classiche, c’è una corsa che per lei ha un significato particolare e che vorrebbe vincere?
“Mi piacciono tutte e sogno di vincerle tutte. La Sanremo è bella perchè è la prima classica della stagione e che guardavo sempre da bambino. La Liegi-Bastogne-Liegi anche mi piace molto e si addice alle mie caratteristiche. Il Lombardia è la corsa di fine stagione e spesso sono riuscito a fare bene ed è bello portare a casa l’ultima Monumento della stagione. Veramente le Classiche Monumento mi piacciono tutte”.
Lei ha un compagno di squadra che è anche un suo amico speciale, parliamo di Valerio Conti, può dirci qualcosa sulla vostra amicizia?
“Io e Valerio ci conosciamo da ragazzini, lui correva con la Mastromarco e io con la Petroli Firenze ed eravamo avversari. Io vedevo qualcosa di più in lui e lui vedeva qualcosa di speciale in me. Anche quando correvamo in squadre diverse se lui vinceva io ero sempre il primo ad andarmi a congratulare con lui e Valerio faceva lo stesso con me. Oggi viviamo a Montecarlo nello stesso residence, ci alleniamo insieme e corriamo con la UAE Emirates. Siamo inseparabili, la nostra è un’amicizia come poche si trovano nella vita. Valerio è veramente un ragazzo speciale, è quello che riesce a farmi ragionare e a fare le cose con calma, perché io sono quello esuberante e lui è quello equilibrato, insomma ci compensiamo. Durante il lockdown il suo sostegno è stato importante, dal piano di sopra mi incoraggiava e cercava di mettermi sempre di buon umore”.
Da bambino qual era il suo corridore preferito?
“Senza dubbio Alberto Contador. Era bellissimo vederlo correre e aspettavo sempre i suoi attacchi, con i quali riusciva a dimostrare di essere il più forte. Per me lui era un mito e nel 2016 ho corso con lui una Vuelta ed è stato bellissimo vivere i suoi attacchi in corsa e vederlo portar via la fuga di giornata”.
Questo è un anno particolare, qual è stato il momento più bello per lei?
“Il momento più bello senza dubbio è stato quando ho saputo che sarei diventato padre. È impossibile spiegare quei momenti e la gioia quando ho saputo che sarebbe stata una bambina. Diventerò padre, è un momento importante nella vita di un uomo e voglio vivere pienamente questi momenti. In corsa per me è uno stimolo per fare meglio e cercare la vittoria. Con mia moglie scherziamo mentre cerchiamo di scegliere un nome. Siamo in alto mare, per fortuna la bambina nascerà a novembre e abbiamo ancora tempo per decidere. Per quanto riguarda le corse il momento più bello è stato quando a Strade Bianche mi sono trovato davanti da solo”.
Il momento più difficile?
“Il lockdown per me è stato molto difficile, il più difficile in assoluto. Non c’erano obiettivi, non c’erano corse, onestamente posso dire di essermi sentito perso. Da corridore professionista ero abituato ad avere punti di riferimento in allenamento e ad avere delle gare, tutto questo in un attimo era scomparso”.
Parlando dei suoi avversari, chi è quello che teme di più?
“Van Aert è quello che sta andando più forte di tutti, ha dimostrato di essere più avanti degli altri. Lui ha la capacità di fare la cosa giusta nel momento giusto, ha la capacità di saper cogliere l’attimo. In una gara dove c’è un gruppetto in testa, vince sempre quello che sa cogliere il momento giusto e lui ha questa capacità. In corsa ha un occhio sempre attento ed ha la capacità di mantenere i nervi saldi. È un campione vero“.
Lei indossa la maglia tricolore, ma c’è un’altra maglia che per lei ha un valore importante. Qual è?
“È la maglia azzurra. Correre un Mondiale o un’ Olimpiade con la maglia azzurra della nazionale, è qualcosa di straordinario, per me è un sogno ancora da realizzare. Ricordo il Mondiale di Cipollini e quello di Bettini. Correre con la maglia della nazionale penso che sia il desiderio e il sogno di ogni ciclista”.