La Svizzera ha ufficialmente annullato i Mondiali di Ciclismo, ma l'UCI è già al lavoro per un piano B e in testa ci sarebbe la Francia, che tra pochi giorni sarà anche il palco dei Campionati Europei. La Federazione Ciclistica Internazionale in un comunicato ha assicurato che si impegnerà al massimo per trovare un progetto alternativo e garantire lo svolgimento dell'edizione 2020 della prova iridata.
Da quanto riportato nel comunicato, i Mondiali si dovranno svolgere in Europa, e nelle date inizialmente fissate, ovvero dal 20 al 27 settembre. Il percorso svizzero di Aigle-Martigny era particolarmente tecnico e così, anche il nuovo Mondiale dovrà presentare un percorso altrettanto impegnativo come quello previsto dai cantoni Vaud e Vallese. Proprio per le caratteristiche del percorso, sono poche le Nazioni che potrebbero ospitare un nuovo Mondiale e guardando la posizione del percorso svizzero, solo Francia e Italia potrebbero offrire un tracciato simile.
Renato Di Rocco presidente della Federciclismo e vice presidente Uci, esclude una candidatura italiana e anche lui si esprime per un orientamento verso la Francia. «La notizia di un possibile annullamento era già nota a giugno, anche se a luglio un po’ di ottimismo c’era. Per un piano B bisognava aspettare l’ufficializzazione della rinuncia e ora è arrivata. L’UCI prima non ha potuto prendere contatto con altri Paesi, poiché la Svizzera avrebbe potuto rivendicare un danno di immagine. Ora ci sarà tempo fino al 1 settembre per trovare un nuovo luogo. Ci saranno dettagli tecnici molto importanti da rispettare, come il tracciato che dovrà avere caratteristiche molto simili al precedente. Gli atleti hanno sviluppato il loro lavoro basandosi su un percorso con delle difficoltà ben precise e questo va rispettato. Per tanto la scelta ricadrà su una zona molto vicina alla Svizzera».
A questo punto analizzando la mappa geografica,solo l’Italia e la Francia agganciano il territorio svizzero, ma il Bel Paese sembra essere già escluso da Di Rocco. «Prima di tutto bisogna dire che l’Italia non è stata interpellata dall’UCI per una eventuale candidatura, poi francamente non ci sono fondi da parte di nessuna regione. Va ricordato poi che l’Italia si era candidata per il Mondiale del 2020, ma fu costretta a ritirarsi per mancanza di soldi e per questo si fece avanti la Svizzera. Quindi proporsi sarebbe un andare contro corrente senza essere coerenti e senza soldi. Il Veneto è già impegnato con i Campionati Italiani a fine mese, il Trentino ha rinunciato ad ospitare i Campinati Europei a settembre. Ci sarebbe il Piemonte con caratteristiche territoriali idonee ed ha lavorato in modo ottimale per la Milano-Sanremo, ma un Mondiale richiede un dispendio economico ed organizzativo che noi non possiamo permetterci».
Ad impensierire Di Rocco ci sono anche le nuove problematiche relative al Covid-19. «Nei prossimi giorni ci saranno degli incontri molto importanti con il Governo e che avranno un peso importante sull’organizzazione degli eventi sportivi. Tutte le regioni dovranno allinearsi e anche questo aspetto va contro l’organizzazione di un grande evento».
A commentare la notizia ci sono anche i due tecnici azzurri Davide Cassani e Dino Salvoldi. Cassani vuole essere fiducioso e spera in una soluzione alternativa. “È difficile commentare notizie così. Dobbiamo cercare di essere fiduciosi e sperare che l’UCI trovi una nuova località per il Mondiale. Il tempo sicuramente non gioca a nostro favore, ma dobbiamo essere positivi e aspettare le prossime comunicazioni”.
Salvoldi ha appreso la notizia da Pordenone dove sta seguendo le gare su pista. «La notizia era nell’aria già da qualche settimana e anche a Luglio ero dubbioso sulle reali possibilità di svolgimento del Mondiale. A questo punto speriamo che la Federazione internazionale trovi una soluzione alternativa per tutte le categorie, pensando anche alle categorie juniores e non solo agli elite».