Per Matteo Trentin quella di oggi sarà una Milano-Sanremo da giocarsi con astuzia, perché il nuovo percorso, sarà una sorpresa per tutti. Caldo e chilometri saranno le difficoltà maggiori e la vittoria non sarà affatto scontata.
Che corsa sarà questa Sanremo?
“Sarà una corsa tutta nuova, ma non solo per me. Nessuno conosce questo percorso e pochissimi hanno fatto delle ricognizioni. Tolto gli ultimi chilometri, che conosciamo a memoria, il resto è cambiato tutto e sarà una vera scoperta”.
Nuovo percorso e nuova data. Anche il periodo inciderà?
“Non è la corsa di marzo. C’è il caldo e non siamo abituati a correre 300 chilometri con queste temperature. Ma non dobbiamo trovare scuse, siamo ripartiti e questa è la cosa più importante. Sarà un test per capire chi è stato più bravo a prepararsi in questi mesi di fermo”.
Trentin e Van Avermaet, chi sarà il capitano?
“Ci sono sia io che Van Avermaet ed entrambi dovremo essere furbi e intelligenti per giocarci bene la corsa ed arrivare alla vittoria”.
Si parla tanto di strategie di squadra. Avete in mente qualcosa?
“La strategia migliore è quella che ti porta alla vittoria. Si fa fatica a fare strategie con una corsa come questa, penso che si lascerà tutto all’interpretazione del momento. Non c’è più un’idea precisa che viene da un’esperienza passata, bisognerà vivere la corsa momento per momento”.
Quali saranno i fattori determinanti della corsa?
“Sicuramente il caldo, la distanza e l’idratazione. Non abbiamo mai pedalato 300 chilometri con il caldo di agosto. Penso al Mondiale in Qatar dove avevamo corso con temperature molto alte, ma il percorso era completamente pianeggiante e quando si ruppe il gruppo praticamente finì anche la corsa”.
Chi saranno i favoriti?
“Per come è ricominciata la stagione e basandomi sulla corsa a Siena, direi Van Aert. Anche Demare può andare bene lo abbiamo visto questa settimana. Penso che il nome del vincitore più che mai in questa occasione sia a scatola chiusa. Sarà una corsa molto imprevedibile”.
Lei è stato protagonista di tante volate, può spiegarci dal suo punto di vista cosa è successo in Polonia nell’incidente che ha coinvolto Jakobsen?
“Ho visto la corsa e penso che in quella volata abbiamo veramente perso tutti. L’intero ciclismo è colpevole di quello che è accaduto al Giro di Polonia. Di incidenti nelle volate ne sono successi tanti, questo è quello dove si è sfiorata la tragedia più grande e dobbiamo essere onesti e rivedere le dinamiche di tante cadute prima accusare. La colpa è degli organizzatori, delle squadre, dei corridori e anche dell’UCI. Tutti devono adesso sedersi a tavolino e guardarsi negli occhi, corridori compresi, per trovare una soluzione sui temi della sicurezza. Le volate sono pericolose, il pubblico vuole lo spettacolo e i corridori vogliono vincere, la realtà è questa. L’incidente in Polonia è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della sicurezza”.
La sua CCC a marzo era tra le squadre ad alto rischio di chiusura a che punto siete?
“Stiamo tutti lavorando, io corro e i nostri manager e agenti fanno il resto del lavoro. Con il lockdown sicuramente abbiamo navigato in cattive acque, ma la crisi economica ha colpito tutti i settori. Posso dire che nei mesi scorsi abbiamo trovato un accordo economico, con dei tagli naturalmente, ma c’è stata la volontà da parte di tutti di andare avanti considerando la crisi. Per il futuro vedremo”.
Come proseguirà la sua stagione?
“Finita la Sanremo, farò il Vallonia, i Campionati Italiani ed Europei e Tour de France”.