Nuova puntata del caso Marion Sicot, la ciclista francese risultata positiva all’Epo nello scorso mese di giugno al termine del campionato nazionale a cronometro. L'atleta, tesserata all'epoca dei fatti per la formazione belga Doltcini-Van Eyck Sport, ha sempre proclamato la sua innocenza - «Non ho mai preso nulla di proibito e non vedo l’ora di vedere trionfare la verità. Voglio provarlo e per questo mi sono anche fatta prestare dei soldi dai miei genitori» - ma ora fa un ulteriore passo, gravissimo.
«Marion Sicot ha deciso di presentare una denuncia per molestie sessuali contro il il suo ex manager» ha dichiarato all’agenzia AFP il suo avvocato Antoine Woimant, spiegando di avere depositato l’incartamento a metà maggio al tribunale di Orléans, con la causa che è poi stata trasferita al tribunale di Montargis per questioni territoriali.
La ciclista aveva già denunciato la sua ex squadra e il manager Marc Bracke nello scorso mese di marzo dopo il risultato di positività all’EPO. Attualmente sospesa, la Sicot ha spiegato di essere stata messa all’indice dal team, nella primavera del 2019, dopo essersi rifiutata di continuare a inviare foto in abbigliamento intimo a Marc Bracke, che le pretendeva dall’ottobre 2018 con la motivazione di voler controllare le condizioni fisiche e di peso dell’atleta. A sostegno delle accuse, Sicot ha allegato alla denuncia l’intera cronologia di messaggistica whatsapp dal 2016 al 2019 con il manager.
La squadra respinge le accuse, assicurando che la richiesta di foto era cessata quando l’atleta era tornata ad avere un peso accettabile. Ma Marion Sicot ribatte spiegando che unn tale metodo non ha alcun fondamento scientifico, visto che le immagini possono essere contraffatte con qualsiasi programma fotografico.
Contattato dall’Agenzia AFP, Marc Bracke non commenta: «È in corso un’inchiesta dell’Uci, lasciamo che siamo le autorità a rispondere».