Il periodo di transizione tra un anno sportivo e l’altro è per tutti gli atleti un momento di bilanci. Anche Bob Jungels, detentore del titolo di campione nazionale del Lussemburgo sia su strada che a cronometro ha ripercorso il suo 2019, che peraltro non è stato il suo anno migliore
Intervistato dalla radio lussemburghese RTL, il corridore della Deceuninck Quick Step ha spiegato che - dopo un buon primo periodo di stagione in cui ha gioito per la vittoria nella Kuurne–Bruxelles–Kuurne, si è ben comportato nella Parigi – Nizza (8° della generale), è giunto quinto alla E3 BlinkBank Classic ed è salito sul terzo gradino del podio alla Dwars door Vlanderen - l’annata non è proseguita come avrebbe voluto.
«Ho preparato il Giro d’Italia (chiuso al 33° posto, ndr) lavorando intensamente ma tralasciando di fare una pausa per recuperare dopo le classiche: questo si è rivelato un errore grave. Non sono riuscito ad trovare una buona forma fisica e questo anche a livello mentale non mi ha aiutato, al punto che la mia corsa rosa è stata decisamente in calando».
Nell’intervista Jungels sottolinea: «Nelle ultime stagioni i protagonisti dei grandi giri sono giovani scalatori, dal fisico longilineo che pesano tra i 55 e i 60 chili, caratteristiche fisiche ben diverse dalle mie che peso 72 chilogrammi e sono alto 189 centimetri. Questo dato di fatto mi porta a riflettere su come le corse di un giorno, le classiche, siano più nelle mie corde. Mi piacciono perché posso provare ad attaccare da lontano e sono meno scontate. Ma nel mirino potrei mettere anche corse a tappe sicuramente importanti come la Parigi–Nizza e la Tirreno–Adriatico».