Se solo fosse andata più forte, forse non sarebbe qui a raccontarla. Martedì scorso, attorno alle 18, Alessia Piccolo, direttore generale e amministratore delegato di Alé è andata ad allungare la lista di chi in bicicletta rischia l’osso del collo. Nessuna frattura, solo una quantità infinita di ematomi e botte, e tanto tantissimo spavento. «Stavo tornando verso l’albergo dopo una giornata in fiera – racconta a tuttobiciweb Alessia Piccolo, che è anche presidente di uno dei team femminili più importanti al mondo -. Ad un certo punto vedo procedere a velocità molto ridotta una macchina. Va talmente piano che tra me e me penso, mi ha chiaramente visto e io ho la precedenza. La signora, che ho poi scoperto avere 78 anni, in verità non fa il minimo cenno di fermarsi. Lentamente ma inesorabilmente procede senza fermarsi e mi prende in pieno. La botta è violenta, picchio la testa, mi ritrovo per terra dolorante con la bici in frantumi. Non so una parola di tedesco, ma mi faccio capire, non prima d’aver lanciato ai miei collaboratori la mia posizione. In un amen arriva l’ambulanza, la polizia e i vigili del fuoco. La signora senza alcun problema ammette di aver sbagliato. Mi portano all’ospedale di Lindau, dove mi fanno tutti gli accertamenti del caso. Nel frattempo mi arriva anche il verbale per l’assicurazione, insomma, se fosse andata più veloce lei e io non so come sarebbe andata a finire, ma ho provato sulla mia pelle l’efficienza tedesca».
Settimana prossima sarà all’Italian Bike Festiva di Rimini. «Ma senza bicicletta: devo riprendermi dalle botte. Sono tutta un livido, però potrei partecipare al meeting sulla sicurezza in bicicletta».