Abbraccia i compagni uno ad uno, abbraccia i tecnici e lo staff e per ognuno ha un "grazie" perché sa che solo con l'appoggio di una grande squadra si possono ottenere grandi risultati: «Credo che oggi abbiate conosciuto un Elia nuovo, un Viviani che non ha paura di fare la gara dura e che rischia anche. Ma quando ci sono le gambe è giusto farlo. Stamattina nella riunione non avevamo certo pianificato questa corsa così come è venuta, eravamo proiettati ad uno sprint, ma le gare dei giorni precedenti avevano dimostrato che il percorso none ra così semplice come era stato descritto. Con Trentin ci siamo parlati e sapevamo di poter fare una gara dura: abbiamo dato una botta a cinque giri dalla conclusione e si è rivelata la scelta vincente. È stata bella l'azione a 65 chilometri dalla fine, poi siamo andati via con un bel terzetto e a quel punto sono cominciati i giochi tattici».
E ancora: «Sapevo ovviamente che Ackermann era veloce, quando Lampaert è scattato gli sono andato dietro e lui si è staccato. Ed è stato bello arrivare con Yves che è un compagno di squadra e un amico. I prossimi appuntamenti? Adesso vado ad Amburgo e Plouay: saranno i miei ultimi due grandi obiettivi in questa stagione. Poi un po' di riposo prima di tornare al lavoro in pista, ci sono punti importanti da conquistare in vista di Tokyo 2020».