È incredibile, chi l'avrebbe mai detto. Dopo il doping nel basket, anche nel pugilato. Non l'avremmo mai detto. Soprattutto continuano a non dirlo loro, gli altri sport, che quando c'è da parlare di sostanze vietate fanno ricorso solo e soltano ai soliti sport, i più vulnerabi. I meno protetti. Adesso, però, a parlare è un protagonista della nobile arte. È l’ex campione del mondo dei pesi massimi Mike Tyson ad alzare la guardia e a tirare un gancio dei suoi. Il vecchio Mike ha raccontato come ha eluso, dopo alcuni match, i controlli antidoping, usando urina non sua: «Volevo usare l’urina di mia moglie, ma lei mi ha detto ‘quando avranno i risultati ti diranno che sei incinta'. Così ho pensato che sarebbe stato meglio usare l’urina dei miei figli».
Tyson ha poi spiegato che per il prelievo usava un pene finto, come aveva già rivelato in un’intervista del 2013; la novità però è nella tecnica che metteva in atto per non farsi scoprire dagli ispettori antidoping: «La maggior parte degli uomini, anche se sono gay, è a disagio quando mostri loro il tuo pene. Quindi mostravo il mio così si giravano e usavo quello falso». Tyson, oggi ha 53 anni, ed è stato in attività dal 1985 al 2005 collezionando 50 vittorie (44 per ko), 6 sconfitte e 2 no contest. Svariati i suoi titoli mondiali nei pesi massimi, tra il 1986 e il 1996, con le sigle Wbc, Wba e Ibf.