«Oggi è una giornata di lutto, e questa sarà per tutti noi una lunga e interminabile via crucis». Marco Marzano parla con un filo di voce, e scandisce bene le parole. Oggi non c’è fretta al Giro di Polonia, c’è solo il desiderio di arrivare, lentamente.
Niente corsa, anche se quella odierna doveva essere la prima vera tappa di un Giro sulla carta molto interessante. Circuito finale di tre giri, piuttosto selettivi e con diversi strappi. Uno con punte del 20% a soli due chilometri dal traguardo. Una tappa che avrebbe fatto classifica «e molto probabilmente sarebbe piaciuta un sacco a Bjorg, questo povero ragazzo che aveva davanti a se un futuro radioso…», precisa con voce tremula il tecnico della UAE Emirates.
Una tragica fatalità. Pare proprio così. È chiaro che sarà un giudice a dire cosa è realmente successo, anche alla luce dell’autopsia, ma dal gruppo emerge la dinamica di un fatto davvero sfortunato e terribile.
Bjorg Lambrecht, il 22enne scalatore fiammingo, caduto ieri pomeriggio attorno al 48° chilometro di corsa della Chorzów-Zabrze, terza tappa del Giro di Polonia, avrebbe perso il controllo della bicicletta forse a causa di quegli “occhi di gatto” (i piccoli segnalatori rialzati di forma quadrata che vengono posti sul manto stradale) che erano posti sulla sede stradale. Ha perso il controllo, ed è finito per sbattere sul cemento di un ponticello che sovrastava un fosso d’irrigazione in secca accanto ad una strada dritta (vedi foto). L’impatto è stato tremendo: fatale. «La corsa era appena partita, e non era ancora scoppiata la bagarre – ha spiegato a tuttobiciweb Czeslaw Lang, ex corridore professionista e oggi affermato organizzatore del Giro di Polonia -. Il gruppo procedeva a non più di 35/km orari. La strada era ampia, dritta e larga. Appena bagnata dalla pioggia. Francamente non so cosa possa essere successo, ma da quello che si sta raccogliendo in gruppo è stata davvero una tragica fatalità».
È chiaro che al momento la dinamica dell’incidente non è stata ancora chiarita dalle autorità competenti, ma se in un primo momento si parlava di malore, adesso l’ipotesi più accreditata è proprio quella di un insieme di circostanze sfortunate che il povero Bjorg ha colto tutte assieme.
Oggi corsa neutralizzata in segno di lutto (ieri non sono state fatte le premiazioni). Tutti in gruppo per 130 km, la Lotto Soudal taglierà il traguardo in testa, con cento metri di vantaggio sul resto del plotone compatto. La scena purtroppo la conosciamo molto bene. Nessuno di noi avrebbe voluto rivederla.