Giro d'Italia Under 23, ultimo atto. Tappa breve, brevissima e finale sicuramente spettacolare quello che oggi ci porterà alla Marmolada.
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E’ il giorno dei verdetti definitivi per il Giro d’Italia under 23 alla conclusione della sua terza edizione, nella formulazione organizzativa di successo firmata dalla Nuova Ciclistica Placci 2013 di Marco Selleri & C.
L’ultima frazione, breve, anzi brevissima ma tosta assai, presenta il profilo altimerico che tende sempre, costantemente, all’insù con percentuali di pendenze variabili ma d’assoluto impegno, soprattutto proprio nella parte finale.
E’ solo di km. 35,800 la distanza da percorrere con m. 1500 di dislivello da superare. Sono sempre le montagne del Veneto lo scenario della tappa conclusiva che prevede il ritrovo di partenza e il via da Agordo, in provincia di Belluno, località già toccata dalla tappa del giorno prima. La cittadina non fonda la sua attività su aspetti d’impronta turistica e non dispone di molte strutture ricettive, a differenza dei comuni dell’Alto Agordino, pur potendo contare su peculiari risorse d’interesse paesaggistico e di qualità dello stile di vita che caratterizzano il comune capoluogo e le sue molteplici, suggestive, frazioni.
L’ambiente naturale è verdeggiante e rigoglioso con il territorio molto curato dagli abitanti, in tutte le sue espressioni, sia per i bosco, sia per la montagna, preservando e sempre rinverdendo antiche tradizioni. I rilievi effettuati in materia rivelano alti indici di purezza dell’aria, dell’acqua e, anche per il contenuto numero di abitanti, confermano un bassissimo impatto dell’uomo sull’escosistema circostante. I luoghi offrono ampie possibilità di vacanza attiva con una fitta rete di sentieri e mulattiere, in pregevole ambiente collinare e montano di primo rilievo, per un variegato ventaglio d’attività in vari settori. Il centro di Agordo, con le sue atmosfere proposte dai piacevoli edifici di stile veneziano, dai suoi ritrovi e dalle sue attività è un altro interessante motivo fra i vari proposti da Agordo, località con un “mix” variamente composto e sempre piacevole. E’ nato qui Tito Livio Burattini (1617-Varsavia 1680 circa) che è stato un poliedrico personaggio in qualità di matematico, scienziato, cartografo ed egittologo.
Avvio di tappa dolce, ripassando per Listolade, nel territoio del comune di Taibon Agordino, e ancora, come per la tappa precedente, Cencenighe Agordino. Da qui il tracciato di gara s’indirizza per Sala, frazione di Alleghe, comune che segue nella tabella di marcia, con il lago che porta il suo nome, condiviso in parte con Rocca Pietore. Il bacino si è formato nel 1771 per una frana gigantesca che ha ostruito il corso del torrente Cordevole, sommergendo alcuni abitati. Attulmente ha una superficie di 0,5 kmq. con profondità massima di m. 55. La sua formazione è stata oggetto di studi accademici approfonditi e descritta da Antonio Stoppani in un capitolo del suo libro Il Bel Paese. Nelle acque del lago si specchiano le erte pareti del Monte Civetta, “la parete delle pareti” in gergo alpinistico, con un “muro” verticale con un dislivello superiore ai mille metri e una lunghezza di circa km. 4, a strapiombo, con famosissime vie, dove si sono cimentati celebri arrampicatori di varie epoche. Lo stadio del ghiaccio è la casa dell’Hockey Club Alleghe, blasonata squadra di uno sport molto sentito e praticato nel territorio.
Nel 1982 è nato il Comprensorio Sciistico del Civetta che dalla metà degli anni 1990 fa parte del Dolomiti Superski.
Il Giro d’Italia 1975 ha proposto qui l’arrivo della penultima tappa partente da Pordenone con la vittoria del belga Roger De Vlaeminck e il bresciano Bertoglio in maglia rosa che difenderà con successo con la vittoria finale in cima allo Stelvio, tappa conclusiva, all’indomani,dopo un emozionante duello – testa a testa - con lo spagnolo Francisco Galdos, primo allo Stelvio, che lo seguiva in classifica a soli 41”. Si raggiunge un’altra frazione, nome ciclisticamente assai noto, Caprile, pure importante centro di confluenza di valli e strade con la bella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo e quindi raggiungere Rocca Pietore, fra i borghi più belli d’Italia con la frazione di Sottoguda, con i noti, profondi, “canyon” e i caratteristici fienili in legno, nella località Serrai, nella splendida e suggestiva Val Pettorina percorsa dall’omonimo torrente, zona che offre in profusione motivi e spunti legati alla montagna e alla sua fruizione.
Sempre con la strada che si drizza sotto le ruote si giunge a Malga Ciapela, centro turistico da dove parte la funivia della Marmolada che, in tre tratte, raggiunge la prossimità di Punta Penia (alt. m. 3342), il picco più alto delle Dolomiti e proponendo, a quota m. 3000 circa, il Museo della Grande Guerra, probabilmente il museo più alto d’Europa.
Il turismo è la voce maggiormente importante dell’economia di Rocca Pietore, inserita nel circuito “Dolomiti Stars” collegato all’itinerario del Sellaronda, con l’iconico gruppo della Marmolada e il suo ghiacciao quale motivo trainante, sia per le attrattive che esercita in inverno, sia in estate. Poco prima della località Rifugio Capanna Bill la salita presenta il picco massimo di pendenza, il 18%. Ancora poco più di due chilometri e si raggiunge il traguardo finale di Passo Fedaia, a quota m. 2057, passo che mette in comunicazione la zona dell’Agordino, in Veneto, provincia di Belluno, con la Val di Fassa, provincia di Trento, nella regione autonoma Trentino-Alto Adige dove sorge il lago artificiale Lago Fedaia, già nel territorio trentino del comune di Canazei. Il passo Fedaia, soprattutto nel versante veneto percorso dal Giro d’Italia under 23, è celebre, oltre che per le sue bellezze naturali, anche per il “drittone” di circa km. 3, strada diritta, ma che “tira” al 12% senza mollare mai, battuta sovente dal vento, spesso contrario, con una prospettiva “infinita”, di grande impegno. Più volte il passo è stato percorso dal Giro d’Italia mentre nel 1970, nella 18^ tappa Arta Terme-Marmolada (Malga Ciapela), a prevalere fu il combattivo bresciano Michele Dancelli con 12” su Franco Bitossi e terzo fu il lungo belga Martin Vandenbossche con Eddy Merckx in maglia rosa e, nel 2008, 15^ tappa di quel Giro, la Arabba-Fedaia Marmolada di appena km. 31,500 fu vinta da Emanuele Sella, 2^ Domenico Pozzovivo a 2’5” e terzo Riccardo Riccò a 2’11”. Alberto Contador indossò nella circostanza la maglia rosa che porterà poi fino al successo finale di Milano.
E il rosa della maglia del vincitore finale s’incastonerà armonicamente con il rosa che, soprattutto al tramonto, si riverbera sulle straordinarie “cattedrali” di roccia delle cime dolomitiche inondandole di magiche atmosfere, come la leggenda dolomitica di Re Laurino.
E tutti i giovani corridori, di qualsiasi nazionalità, protagonisti della corsa rosa under 23 Giovani Promesse 2019, arrivati sin quassù, potranno essere orgogliosi, aldilà della posizione nella classifica generale, d’essere stati gli attori principali di una magnifica, sebbene impegnativa, avventura.
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