Colombia über alles sulle strade del Giro d'Italia Under 23 con Juan Diego Alba Bolivar che ha conquistato la tappa del doppio Mortirolo dopo l'uno-due messo a segno dal suo compagno di squadra Andres Camilo Ardila, più che mai leader della classifica generale.
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Alla ribalta del Giro d’Italia under 23 2019, la 7^ tappa propone per intero il Trentino-Alto Adige con il tracciato disegnato che rientra completamente nella Provincia autonoma di Trento.
E’ un ritorno a Dimaro, a un anno di distanza, della manifestazione che in quest’occasione propone la partenza di una frazione che, dopo tanta montagna, concede un po’ di respiro ai corridori percorrendo per lo più strade di fondovalle mentre le belle montagne trentine fanno da piacevole e sempre gradevole sfondo.
Dimaro, in val di Sole, sorge alla confluenza della strada del Tonale con quella che conduce al passo Campo Carlo Magno che la collega a Madonna di Campiglio. E’ un frequentato centro del turismo – estivo e invernale – che si dirama anche nei dintorni, come Folgarida, più a monte, che dal 2016 appare nella dizione ufficiale del comune, ossia Dimaro Folgarida. La chiesa di San Lorenzo del XV secolo conserva affreschi dei fratelli Giovanni e Battista Baschenis e d’interesse è pure la Casa del Dazio, medesima epoca. Dimaro ha una lunga tradizione quale sede del ritiro estivo di squadre di calcio importanti. Nel 1981 ospitò l’arrivo della Borno-Dimaro vinta dalllo spagnolo Miguel Maria Lasa e, il giorno successivo, la partenza della tappa con arrivo a San Vigilio di Marebbe vinta da Giovanni Battaglin, poi vincitore finale di quell’edizione.
Dopo il via si trova subito Malè, capoluogo, mercato principale e riferimento amministrativo, culturale e commerciale della Val di Sole con il Museo della Civiltà Solandra. Il turismo è l’attività prevalente con buone quote d’agricoltura e artigianato. E’ centro legato al ciclismo con varie edizioni del Giro del Trentino e del Trofeo Melinda, ora uniti nel Tour of the Alps e alla mountain bike con eventi di respiro e rilevanza mondiali. Si scende verso ponte Mostizzolo, frazione di Cis, fra la Val di Sole e la Val di Non, località con lo spettacolare ponte su uno strapiombo del fiume Noce quando si immette nello scenografico lago artificiale di Santa Giustina, per giungere poi nella vicina Cles. E’ il riconosciuto capoluogo della Val di Non la bella cittadina con lunga storia con la figura di Bernardo Clesio (1485-Bressanone 1593), cardinale e principe vescovo. Il Palazzo Assessorile nel centro cittadino, Castel Cles in posizione dominante, unitamente a varie costruzioni nel capoluogo e nelle frazioni, sono elementi distintivi di Cles, molto legata al ciclismo con le figure di Maurizio Fondriest (1965), iridato su strada e molto altro, del fratello Francesco (1963), della giovane e promettentissima Letizia Paternoster (1999) e altri e pure per manifestazioni ciclistiche di primo piano come il Trofeo Melinda – nato qui grazie anche alla passione del compianto Marco Brentari - per valorizzare la ricchezza del territorio, le pregiatissime mele. Pure il Giro del Trentino di patron Guido Amistadi e poi Nerino e Lina Ioppi ha vissuto qui parecchie tappe. Nel 1980 la 19^ tappa del Giro d’Italia, la Longarone-Cles, ha visto il successo di Giuseppe Saronni con il suo bruciante scatto conclusivo.
Sempre discesa su ampia strada passando per Dermulo, frazione del comune di Predaia, svincolo di Denno, bivio di Andalo, e giungere infine a Mezzolombardo, nella piana dell’Adige, precisamente nella Piana Rotaliana, zona di produzione del pregiato vino Teroldego Rotaliano e di grappa, con tipici e piacevoli edifici. Si prosegue per Mezzocorona, con vista di castel Firmian in posizione alta, cittadina dove ha sede il Gruppo Mezzacorona, importante e moderna azienda del settore vitivinicolo, con antica tradizione nella lavorazione di mobili. La funivia Mezzocorona-Monte consente d’allargare la vista e gustare il piacevole paesaggio.
La frazione di Nave San Felice anticipa il passaggio nel capouogo di Lavis, comune allo sbocco della Val di Cembra, bagnato dall’Avisio, legato anche a nome di Rolando “Rolly” Marchi qui nato (1921-Milano 2013), eclettico giornalista e scrittore che ha operato pure nel ciclismo con la formazione Leo-Chorodont. La strada riprende a salire dopo Lavis, circumnavigando Trento, lo storico capoluogo di provincia, passando per la sua frazione di di Nuova Gazzadina, a nord del capoluogo e salire ancora verso Albiano, nella Val di Cembra, quota m. 643, zona del porfido, e proseguire, con andamento vallonato della strada, verso Lona-Lases. E’ un comune sparso con sede comunale a Lases, dove si trova, in una ripida vallata, il piccolo lago di Lases e quindi Molino-Roccabruna, poi Madrano, con vari piccoli laghi, entrambe località di Pergine Valsugana che segue nel percorso. E’ il terzo comune per popolazione della provincia, dopo Trento e Rovereto, e sorge allo sbocco dell valle del Fersina, nota per un’isola linguistica germanofana d’origine medievale, quella dei Mocheni. Lo storico Castel Pergine, fortificazione in posizione elevata, la chiesa convento dei Padri Francescani, la chiesa parrocchiale di Santa Maria, la ex filanda ottocentesca che ospita ora uffici pubblici, palazzo Tomelin, il Municipio, il Tetro comunale, unitamente a vari altri, sono i riferimenti architettonici di Pergine Valsugana. Buona è la rete delle piste ciclabili, così come nell’intero Trentino-Alto Adige.
L’attività economica fa soprttutto riferimento al settore terziario con il turismo in prima linea ma con significativa presenza dell’industria, dell’agricoltura e attività artigianali. Parte delle rive del lago di Caldonazzo rientrano nell’ambito territoriale di Pergine Valsugana. Lo scorso anno terminò qui la 6^ tappa del Giro d’Italia under 23, ancor partente da Dimaro mentre nel 2014 la 18^ tappa Belluno-Rifugio Panarotta della corsa rosa fu vinta dl colombiano Julian Arredondo. Anche la settimana tricolore, con la partenza della prova dei professionisti 2012, vinta da Franco Pellizotti ha vissuto in zona momenti rilevanti.
E’ nato qui nel 1945 Marcello Osler, valido professionista dal 1973 al 1980, vincitore della Potenza-Sorrento del Giro d’Italia 1975 con 8’45” su Giovanni Battaglin e, terzo, Tino Conti.
Si giunge infine a Levico Terme, traguardo di questa tappa, ma restano ancora da percorrere due giri del circuito finale con il passaggio da Caldonazzo, sull’omonimo lago, lungo km. 5 con circa kmq. 5,5 di superficie, dal quale nasce il fiume Brenta che va a sfociare nell’Adriatico. Il lago è quello più esteso fra quelli compresi interamente nel confine della provincia di Trento. Il litorale dispone di vari stabilimenti balneari e spiagge libere. Vi si può praticare lo sci nautico, la canoa e altre attività. Il paese si sviluppa all’estremità meridionale del lago con frutteti nella parte esterna dell’abitato, in distesa visione panoramica con vari gruppi dolomitici e rilievi che si stagliano sullo sfondo. Si tocca la frazione di Santa Giuliana, già nell’ambito territoriale di Levico Terme e da qui inizia il secondo giro del circuito, quello dove la campana suonerà al passaggio del traguardo annunciando l’inizio della tornata finale.
Levico Terme, circa 8000 abitanti, si trova nel punto più alto della Valsugana, nella corona di monti del Lagorai, il monte Panarotta e della zona degli Altipiani con Cima Vezzena e del gruppo della Vigolana. Sono sei i rioni, o quartieri, che compongono Levico Terme. Il lago di Levico, a fianco di quello di Caldonazzo da cui è separato dal Colle di Tenna, ospita un lido con attiguo parco e vari, caratteristici, canneti. Le acque dello stabilimento termale sono indicate per la cura di varie patologie. Il Parco degli Asburgo è il parco storico più grande della provincia con notevole varietà di alberi. Il turismo è l’attività principale e si propone con un’estesa offerta modulata per garantire all’ospite un elevato grado di comfort in un’ambientazione tranquilla e di specifica qualità ambientale. Nel 1988, la cronometro del Giro d’Italia Levico Terme-passo del Vetriolo di km. 18, una cronoscalata soprattutto se si considera la parte finale, ha visto il successo dello statunitense Andrew Hampsten, già in maglia rosa, primo statunitense a vincere la corsa rosa, con Visentini a 32” e Giupponi 40”.
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