Una serata piacevole nel salone polivalente della Parrocchia di Casale di Prato promossa dalla società calcistica C.F. 2001 con un bel campione di ciclismo come Andrea Tafi, che a 52 anni continua a pedalare, anche se il sogno di tornare a disputare la prossima Parigi-Roubaix (14 aprile) è svanito dopo la recente caduta con frattura della clavicola sinistra. Con Tafi, 18 anni nei professionisti, una trentina di gare vinte tra le quali Lombardia, Fiandre e Parigi-Roubaix (ultimo italiano a farlo nel 1999), presente anche Diletta Cecchi, ex ciclista pratese, l’assessore al bilancio del Comune di Prato Monia Faltoni, i responsabili della scuola calcio del C.F. 2001.
In sala diversi dei giovani calciatori tesserati che hanno rivolto interessanti e curiose domande a Tafi che ha raccontato la sua carriera, come arrivò al ciclismo a 10 anni invitato a provare la bici da un compagno di classe. L’ex campione ha ricordato le tappe della sua carriera, le vittorie ottenute, i momenti meno felici. Il campione ideale per lui, lo ha definito il “mio faro” è stato Francesco Moser, l’amico con il quale è più legato tra i corridori del suo tempo il belga Johan Museeuw, il maestro inarrivabile Alfredo Martini. Ha spronato i giovani al costante impegno, alle rinunce che lo sport comporta, ai sacrifici che occorre fare. “Lo sport deve recuperare i suoi valori, succedono cose assurde, i genitori dovrebbero dare l’esempio, speriamo tutti di diventare migliori”.
Con accanto l’assessore Faltoni, Andrea Tafi che ha ottimi rapporti con la RCS Sport organizzatrice del Giro d’Italia, ha lanciato la proposta di far tornare la corsa rosa a Prato come sede di arrivo (l’ultima volta fu nel 2000) e non solo di passaggio cosa che avverrà quest’anno il 12 maggio in occasione della Bologna-Fucecchio. Tafi ha parlato di contatti avviati, l’assessore ha confermato, il futuro darà la risposta.