Impegno, moralità e solidarietà gli ideali del Premio Internazionale Le Velò, istituito e portato avanti dal senatore Riccardo Nencini, giunto alla 22^ edizione, la cui cerimonia di premiazione si è tenuta alla Fattoria Il Palagio a Scarperia, ospiti di Leonardo Manzani. Come sempre nomi di spicco e di grandi valori in passerella. Dopo il ricordo del mugellano Emilio Materassi, leggenda dell’automobilismo, la consegna dei cinque premi a partire da Marco Calamai già allenatore di squadre di Serie A di basket e che da 25 anni lavora con i ragazzi disabili e con il Progetto Over Limits che coinvolge un migliaio di ragazzi con disabilità mentale e ben 31 Centri in Italia. A tale Progetto è andato il contributo di solidarietà nel ricordo della collega Paola Leoni. Per l’Empoli FC il riconoscimento ritirato dal presidente Fabrizio Corsi capace di portare la società ai vertici del calcio con giocatori passati da Empoli e diventati campioni, e allenatori apprezzati. Altro premio alla giovane Carlotta Cambi, toscana di San Miniato che gioca nel Volley Bergamo dopo aver già vinto uno scudetto, una Champions League e l’argento ai recenti mondiali.
CICLISMO: Premiato il trentino Gilberto Simoni, per 17 anni professionista, due Giri d’Italia vinti assieme a diverse altre gare con un rendimento continuo incredibile. “Oggi è tutto diverso – ha detto - abbiamo campioni a tempo, è difficile mantenersi sempre competitivi per tutta la stagione”. Infine il premio Le Velò a Riccardo Cucchi, voce storica di “Tutto il Calcio minuto per minuto”. Ha raccontato 8 Olimpiadi e sei Mondiali di calcio, ha scritto di recente un libro “Radiogol” raccontando le bellezze di un certo tipo di calcio e di sport. “L’emozione più bella, la finale del 2006 in Germania con l’Italia campione del mondo. Il momento più triste e difficile nel 2007, quando il calcio si fermò per la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti avvenuta 48 ore prima allo stadio di Catania. La trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto andò in onda ugualmente, ma dagli stadi raccontammo di un calcio che non c’era”.