La notizia scuote il mondo del ciclismo, uno dei grandi interpreti del ciclismo degli Anni Novanta ci ha lasciato: è morto ieri Armand de las Cuevas. Da una dozzina di anni era in pratica sparito dalle scene, non che fosse mai stato uno molto “social”, dedito a frequentare salotti o ambienti sportivi. Anche da corridore, di tanto in tanto, spariva. Ha sempre amato le luci spente della ribalta, al cono di luce su se stesso.
Si era rititaro a Reunion, per cercare la pace, il silenzio, lontano dal trambusto del gruppo. Un corridore di talento, che avrebbe potuto ottenere molto di più, se solo non avesse avuto un carattere così sensibile e complesso. Armand De Las Cuevas è morto all'età di 50 anni, pare, si legge in una notizia pubblicata dal quotidiano L'Equipe, per suicidio.
Campione di Francia nel 1991, una tappa dal Giro d'Italia nel 1994 (vinse il cronoprologo di Bologna, precedendo di 2" Berzin e di 5" Indurain, e per questo si vestì anche di rosa), anno in cui si palesò al mondo Marco Pantani. Vincitore in carriera anche di una Classica di San Sebastian nello stesso anno e di un Critérium du Dauphiné nel 1998.
In una carriera relativamente breve (1989-1999) che aveva completato a 30 anni, era stato uno degli uomini più preziosi del grande Miguel Indurain con la maglia della Banesto, poi come leader mite e solitario alla Castorama (1993-1995).
Riposa in pace caro Armand.