“Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Saranno infinite le suggestioni sul tema di Expo Milano 2015 che porteranno milioni di visitatori a scoprire innovazioni, prodotti, tecnologie, testimonianze, idee su come nutrire il nostro pianeta e renderlo vivibile e fruibile per miliardi di abitanti. Un tema che, nella interpretazione affascinante e visionaria di Expo Milano 2015, dà spazio a molteplici forme di nutrimento del corpo, della mente e dell’anima.
Per questo non è arbitraria o non coerente la partecipazione del Museo Nicolis di Villafranca - oggi uno dei più importanti Musei privati in Italia e in Europa con 7 collezioni di auto, moto e biciclette d’epoca, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, accessori da viaggio - ospite della grande Mostra “Arts & Foods. Rituali dal 1851”, curata da Germano Celant alla Triennale di Milano, dal 10 aprile al 1° novembre.
Quest’ area tematica, l’unica delocalizzata rispetto alla sede ufficiale di Expo, punta a fare della Esposizione Universale 2015 una esperienza diffusa anche dentro Milano, di analizzare la relazione fra le arti e il cibo attraverso tutti i possibili elementi e le testimonianze storiche e culturali dal 1851 (anno della prima esposizione universale di Londra) all’attualità, utilizzando ogni forma di espressione che possa coinvolgere i sensi del visitatore e dargli emozioni indimenticabili. La Mostra è arricchita da capolavori concessi da Musei, Istituzioni pubbliche e private, artisti e collezionisti di rilievo internazionale, con un catalogo che ospita interventi di studiosi dei diversi temi indagati nell’Esposizione.
Per tutti i visitatori e per gli appassionati di mezzi di trasporto storici il Museo Nicolis di Villafranca mette a disposizione uno dei suoi pezzi più rari, il “Biciclo Michaux” del 1865, a pieno titolo il primo vero antesignano della nostra amatissima bicicletta.
La storia di questo mezzo è degna dei più raffinati “buongustai di cultura” e vale la pena raccontarla, partendo dalla Draisina, il rudimentale oggetto che ha aperto la strada al “Michaux”. La Draisina, il primo veicolo a due ruote destinato al trasporto personale, fu inventato nel 1816 dall'aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbrohn. Era una specie di cavallo su due ruote: per metterlo in moto ci si metteva in sella e si spingeva a forza di pedate sul suolo! Per quanto faticosa e rudimentale, la Draisina divenne comunque un giocattolo alla moda per giovani aristocratici e i costruttori si sbizzarrirono ad inventare forme stravaganti, scolpendo nel legno cavalli, serpenti ed elefanti, rigorosamente su due ruote.
Nel 1855, il giovanissimo operaio francese Ernesto Michaux, appena quattordicenne, dopo innumerevoli tentativi per fare avanzare una Draisina senza puntare i piedi per terra, ebbe l’idea di applicare sulla ruota anteriore una sorta di pedivelle e di pedali. Fu l’idea vincente. Con la nuova Draisina a pedali, Ernesto Michaux si recava a Parigi; da quel momento la maggior parte dei possessori di vecchie Draisine accorsero nell’officina Michaux per fare applicare ai loro “veicoli” il nuovo geniale strumento e per imparare a stare in equilibrio.
Nel 1860 Michaux lanciò un nuovo modello più elegante di Draisina in legno, battezzandolo “Machaudine”. Ma il vero salto di qualità è del 1865, quando i due Michaux, padre e figlio, progettarono un modello inedito, tutto in legno, dotandolo di pedali e chiamandolo “Biciclo Michaux”.
L’industria del «Bicicli Michaux» decollò rapidamente e continuò a prosperare tanto che nel 1867, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, Michaux affittò una rimessa per cavalli, trasformandola in una elegante scuola di insegnamento per lanciare “il velocipedismo” in modo adeguato e, nel contempo, vendere i suoi Bicicli.
L’Esposizione Universale di Parigi portò moltissimi clienti alla Scuola “a pedali” di Michaux; fra questi il Principe Imperiale e il Principe di Sagan che, sportivamente, diedero l’esempio e furono seguiti da numerosi aristocratici. Per il principe di Sagan, l’officina Michaux costruì appositamente un biciclo in legno di rosa e bronzo che fu pagato ben 1800 franchi!
Successivamente, al “Biciclo Michaux” venne applicata una nuova invenzione, consistente in un freno a forma di paletta. Il freno funzionava sul cerchio di ferro della ruota posteriore mediante una cordicella corrispondente al manubrio. Da questo oggetto incredibile ma, ancora oggi, stupefacente, e che fa parte dei “gioielli” della collezione Nicolis, è partita l’inarrestabile evoluzione della bicicletta che ha attraversato oltre un Secolo di storia contemporanea ed è stata per intere generazioni un mezzo di trasporto, una curiosità, uno strumento di vita quotidiana e, oggi come allora, una grande passione!
I visitatori che si concederanno un tuffo nel mondo straordinario di Expo 2015 e vedranno la Mostra “Arts & Foods. Rituali dal 1851” di Celant alla Triennale di Milano ne avranno la conferma e, c’è da giurarlo, si sentiranno un po’ più “nutriti” di storia, bellezza, cultura e grandi emozioni.