Le bandiere sul traguardo di Zurigo sono a mezz'asta, il mondo del ciclismo rende costantemente omaggio a Muriel Furrer, la diciottenne ciclista elvetica scomparsa ieri dopo la brutta caduta di cui è stata vittima giovedì nella corsa in linea delle ragazze juniores.
Della tragica scomparsa di Muriel ha parlato oggi il presidente dell'Uci David Lappartient: «L'organizzazione di un Mondiale dovrebbe essere il momento più importante della stagione per tutte le nostre federazioni. Ma sappiamo anche che si tratta di un momento particolarmente importante per i giovani: spesso è la prima volta che fanno parte di una squadra nazionale o che partecipano a una competizione ciclistica di tale importanza».
E sull'incidente Lappartient ammette: «Non sappiamo esattamente cosa sia successo. È compito della polizia e delle autorità locali stabilirlo. Mi fido di loro e non voglio trarre conclusioni».
E allora veniamo alle indagini in corso, affidate alle autorità giudiziarie zurighesi. Il primo obiettivo degli inquirenti è quello di ricostruire con esattezza l'accaduto: al momento non è ancora saltato fuori nemmeno un testimone oculare.
Al centro delle polemiche continua a esserci il fatto che la ragazza, caduta a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia, in un tratto di strada ripido lungo un bosco nei pressi di Küsnacht (alle porte di Zurigo) e finita in un dirupo, sarebbe rimasta senza soccorsi per oltre un'ora.
Nessuno dell'organizzazione - così come nessuno della nazionale elvetica - si sarebbe accorto dell'accaduto finché Muriel non è mancata all'appello e allora ci si è mossi: ovviamente c'è voluto del tempo e gli abitanti del posto hanno raccontato di aver visto intervenire l'elicottero quasi due ore dopo l'ora presunta dell'accaduto. A confermarlo c'è anche un video pubblicato dal sito del quotidiano svizzero Blick.ch . C'è da dire, comunque, che l'indicazione riguardante la partenza dell'elicottero non è dirimente: sicuramente prima di essere trasportata, Muriel è stata assistita e stabilizzata, operazioni che possono aver richiesto anche molti minuti.
La ricostruzione porta anche ad un'altra considerazione: se confermata, significherebbe che la caduta è avvenuta nel corso del primo giro e questo vuol dire che al secondo passaggio nessun elemento della carovana ha notato nulla.
Possibile? Certo, possibile perché le immagini del luogo della caduta mostrano come sul lato destro della carreggiata ci siano le piante e soprattutto un fitto sottobosco che rende difficile, a chi passa ad alta velocità, scorgere cosa c'è oltre.
Intanto nessuno parla; non lo fanno i vertici dell'organizzazione, non lo fanno gli addetti ai lavori, non lo fanno nemmeno gli esponenti della Protezione Civile che ai giornalisti hanno spiegato di aver ricevuto l'ordine di non parlare.
La polemica monta soprattutto per quanto riguarda i tempi: da più parti si sostiene che gli organizzatori sarebbero stati avvisati della gravità delle condizioni dell'atleta già attorno alle 13.30 e avrebbero deciso di dare ugualmente il via alla corsa dei ragazzi juniores che si è svolta nel pomeriggio (partenza data alle 14.30) sullo stesso percorso.
Come avete potuto capire, se ci avete letto finora, sono ancora tanti - troppi - i punti oscuri della vicenda ed è possibile raccontarla solo ricorrendo al tempo condizionale del verbo, a qualche sussurro e poco altro. Ma una tragedia come questa deve avere una risposta chiara, precisa e netta.
IL PROGRAMMA. Gli organizzatori del mondiale hanno deciso di cancellare la City Race prevista per domattina e di organizzare al suo posto una "Memorial Ride" di domenica aperta a tutti coloro che vogliono sostenere e confortare la famiglia, gli amici e l'intera comunità ciclistica in queste ore difficilii. La partecipazione è gratuita.