Mancano ormai poche ore alla prova in linea maschie dei mondiali e Antonio Tiberi si prepara ad essere la punta della Nazionale del c.t Daniele Bennati. Si tratta di un ritorno per il ventitreenne laziale che nella rassegna iridata del 2019 ad Harrogate aveva conquistato il titolo junior contro il tempo. Da quel momento sono cambiate tante cose, forse addirittura troppe; Antonio è passato al professionismo come una grande promessa del ciclismo italiano, sono arrivate le prime conferme ma anche quel terribile intoppo che l’ha messo fuori gioco quasi sei mesi con il rischio di mandare all’aria un’intera carriera. Poi la Bahrain Victorious è arrivata sulla sua strada, il team ha scommesso, rischiando, e ora si è preso tutti gli interessi.
«E’ un grandissimo onore poter tornare a vestire la maglia azzurra dopo tanti anni. Da junior era stato bellissimo, ma da elitè è tutta un’altra cosa. Sono emozionato all’idea di rappresentare il mio paese e ringrazio Daniele Bennati per la scelta, sono orgoglioso della possibilità che mi viene data, ma sono anche un po’ agitato. La condizione è buona, sto bene, il Giro del Lussemburgo mi ha dato la consapevolezza e la spinta per fare bene, ora siamo alla prova più importante. Correre un mondiale non è semplice, ormai tutti siamo abituati ad avere le radioline, ma qui non potremo utilizzarle, dovremo interpretare ancora meglio la corsa» ci spiega Antonio Tiberi. Quando gli telefoniamo è in viaggio verso Zurigo e verso quel sogno che ora sembra incredibilmente più vicino. La sua condizione è eccellente, una manciata di giorni fa si è portato a casa la classifica generale del Giro del Lussemburgo mettendosi alle spalle gente come un Mathieu Van Der Poel che proprio domenica sarà uno dei clienti più scomodi. Si tratta della prima vittoria in un corsa a tappe della carriera per Tiberi che è sempre stato il giovane predestinato per il futuro italiano dei grandi giri, quest’anno ha messo nello zaino tanti giorni di gara e soprattutto quella maglia bianca di miglior giovane al Giro che fa di lui una certezza.
Il mondiale però è una corsa diversa, un rompicapo degno dei migliori prestigiatori in cui fare tattiche è un impresa, quest’anno, più che mai, c’è un percorso durissimo che rischia di essere chiuso fin dall’inizio. «Ho studiato molto il percorso anche vedendo le altre prove. A differenza degli anni scorsi è un percorso molto duro ed impegnativo, sarà da interpretare. Al via ci sono delle nazionali fortissime, sicuramente quella più pericolosa è quella belga, Remco Evenepoel ha una forma incredibile, ma nella selezione ci sono altri atleti fortissimi pronti a giocare le loro carte. Non dimentichiamoci che al via abbiamo Tadej Pogacar che ha già dichiarato di puntare tutto sul mondiale, è un percorso perfetto per lui, molti lo temono e quindi cercheranno fin da subito di metterlo in difficoltà perché portarselo nel finale è una cosa che tutti vogliamo evitare. Credo che sarà una corsa piena di sorprese, il percorso è bello e impegnativo e come nazionale sarà fondamentale decidere quali attacchi chiudere e in quali provare ad entrare» prosegue Tiberi analizzandoci la corsa e tutte le sue possibili sfaccettature. Il laziale non ci nasconde un briciolo di emozione, ma la voglia di fare bene è tanta e con tutta la nazionale proverà a portarci a casa una bella soddisfazione.