PADRON. È il braccio armato di Mauro Gianetti (il braccio operativo, l'uomo di assoluta fiducia è invece Andrea Agostini, ndr) , il grande capo della Uae. Joxean Fernandez, per tutti Matxin, spagnolo, 53 anni, è legato al manager ticinese dal 2004, quando la squadra si chiamava Saunier Duval. I due hanno condiviso grandi trionfi e clamorose cadute. Difficile pensare che le loro vite professionali in un futuro prossimo si possano separare anche se al momento per il 2025 sembra non ci sia ancora un accordo scritto. «Non ci sono problemi. È solo una formalità. Tranquillo», afferma il tecnico poco prima del via dell’11a tappa del Tour. La gente attorno al bus bianconero, come sempre, lo acclama e lo cerca. Come e più di un grande corridore. Lui è una star del ciclismo spagnolo.
La Uae si è presentata a Lisbona senza Pogacar, con Almeida capitano e Yates seconda punta. Il britannico è finito subito lontano dai primi, il portoghese ha abbandonato. Siete stati capaci di reinventarvi una corsa e rimettere Adam in classifica. E adesso?
«Come hai giustamente detto dobbiamo essere bravi a reinventarci la corsa giorno per giorno. Rifare i piani quando le cose non vanno bene. Credo che questa è l’identità di questa squadra. Siamo combattivi, siamo attaccanti. Cerchiamo di portare il numero 1 al traguardo nel modo migliore».
Yates come mai era finito fuori classifica?
«Perché è caduto nella 6a tappa».
Però aveva pagato anche prima a Pico Villuercas, 4a tappa.
«Si, ma solo un minuto e mezzo per colpa del caldo. Ha sofferto e arrivato con Carapaz. Poi ha perso due minutini quando è finito a terra con Riccitello». Per la precisione Yates ha perso 2’23” da Roglic e compagnia, ma 8’54” da O’Connor.
Avete individuato una tappa per provare il colpaccio?
«Certo! Però non te la dico».
Intanto vi godete anche un Sivakov in grande condizione.
«Purtroppo anche lui ha avuto una giornata non perfetta. È stato malissimo. Lui, come McNulty, è una garanzia. Il ciclismo non è matematica».
E del giovane Del Toro che finora non s’è visto ma di cui si parla tanto bene?
«Anche lui ha avuto un giorno con grossi problemi di stomaco. Gli abbiamo fatto anche i test Pcr con le nostre macchine per vedere se aveva il Covid. È rimasto in corsa».
Chi è l’avversario numero uno oggi?
«Per me sono Mas e Carapaz. Lo dico con tutto il mio rispetto più che per noi per Roglic e O’Connor. La lotta è tra loro”»
Ma se Yates confermerà, magari già domani, di essere la macchina da guerra di Granada bisognerà fare bene i conti con lui.