Si parte con un bel dito medio da mettere lì, in quel posto, ma che per l’occasione va in favore di telecamere. Poi, dopo il marchio Netflix, via con le cadute, di ogni genere e tipo. Un primo piano di Thibaut Pinot che parla della corsa più importante del mondo e poi via con le smorfie di dolore, voli e capitomboli per lanciare la seconda serie dedicata al Tour de France. È questo il trailer della seconda stagione di “Tour de France: Unchained”, la serie dedicata alla Grande Boucle. Quest’anno il titolo sarà “Tour de France: Au coeur du peloton” (“Nel cuore del gruppo”) e uscirà il prossimo 11 giugno. Nel trailer che vi proponiamo ci sono campioni notissimi, come Fabio Jakobsen, Mathieu Van der Poel e Tom Pidcock, Julian Alaphilippe e il capo Patrick Lefevere.
È vero che i ciclisti sono gli eroi moderni, gladiatori del terzo millennio, capaci di compiere cose pazzesche in sella alle loro biciclette, ma in un minuto e sette secondi (1’07”) di video si potrebbe condensare qualcosa di meglio di uno sport che per Netflix, a quanto pare, non trasmette fatica, ma dolore e morte. Non si scherza con l’aspetto più doloroso del nostro sport. Non si intinge il pane nel sangue per rendere il nostro sport più pulp e avvincente. È un esercizio di stile che non ci piace.
Sappiamo anche perfettamente che è una disciplina pericolosa, molto forse pure troppo, ma non ci sembra una buona scelta di marketing o narrativa puntare sull’aspetto più vulnerabile del nostro beneamato sport, su quello che noi tutti, compresi i team che hanno scelto di partecipare alla produzione Netflix, cerchiamo di combattere e si spera nel prossimo futuro almeno in parte risolvere. Non è un aspetto da banalizzare con trailer ad effetto, spettacolarizzando o esaltando un lato tutt’altro che nobile. Che lo si faccia almeno per il rispetto di quei ragazzi che sono morti sulle strade del mondo. Almeno per loro e le loro famiglie.