Per Simone Velasco questo è il secondo Giro d'Italia e il primo con la maglia tricolore. Sarà facile riconoscerlo in corsa e per questo richiamerà l’attenzione di molti tifosi, quando nel gruppo vedranno passare la sua maglia tricolore.
«Partecipare al Giro d'Italia è sempre una grande emozione, in più farlo con la maglia di campione italiano sulle spalle è una sensazione ancora più emozionante. Indossare un simbolo così importante, per me vuol dire impegnarmi ancora di più e so che dovrò aiutare la squadra quando mi verrà chiesto, ma allo stesso tempo vorrei ottenere qualche risultato anche per me». Lo scorso anno alla sua prima partecipazione, il bolognese non ha ottenuto grandi risultati, ma adesso si sente meglio, nonostante un inizio con qualche problema e cercherà di arrivare al massimo nella terza settimana, quella che deciderà le sorti della corsa.
«Intanto oggi pensiamo a partire nel migliore dei modi e poi vedremo come sarà la situazione. Mi sono preparato bene, ma quando sono rientrato dall'altura mi sono ammalato, ma adesso ho ripreso bene. Dobbiamo vedere che situazione si creerà con il trascorrere delle tappe e come sarà la condizione e poi dobbiamo anche vedere come la classifica sarà delineata, per poter capire noi come squadra cosa potremo fare».
Simone Velasco rappresenterà il nostro paese in corsa con il tricolore stampato sulla maglia: il bolognese è convinto che il ciclismo sia cambiato e che la crescita degli italiani sia più lenta, raggiungendo il massimo livello in età più matura rispetto agli stranieri, che appena ventenni vincono nelle massime competizioni. «Trovare un altro corridore come Nibali non è facile ma non solo per l'Italia, ma anche per altri paesi e quindi c'è da aspettare. Penso che l'andamento sia quello giusto, purtroppo adesso il ciclismo è cambiato, si guarda molto più ai giovani, il tempo passa in fretta ed è tutto velocizzato e questo non aiuta il ciclismo italiano che invece è abituato a crescere gradualmente ed è abituato ad arrivare ai massimi livelli più avanti. Parlando di italiani, quest’anno in squadra ritroverò Lorenzo Fortunato, siamo molto amici, ci conosciamo da più di 15 anni, non abbiamo segreti ed è bello correre con un amico di sempre e mi auguro che sia anche per lui la stessa cosa».
L’Astana è arrivata al Giro d’Italia con una buona formazione, in cui Lutsenko sarà il capitano, ma ci saranno anche altri corridori che potranno fare bene nei 21 giorni di corsa
«Tappa dopo tappa vedremo quello che succederà, sarò a disposizione della squadra e siamo venuti al Giro con una formazione ben attrezzata. Alexei è il nostro capitano e Fortunato è il nostro uomo da salita e abbiamo anche dei buoni attaccanti che potranno ben figurare nelle tappe mosse e nelle volate e non dobbiamo dimenticare un uomo come Ballerini, che potrà fare sicuramente un buon Giro».