Mancano meno di 100 giorni alle Olimpiadi di Parigi e i padroni di casa non si sentono i favoriti per una medaglia nel ciclismo su strada. Le gare di ciclismo si svolgeranno dal 27 luglio al 4 agosto e quella più attesa sarà la prova in linea maschile, che si disputerà il 3 agosto. Il tecnico della nazionale transalpina Thomas Voeckler ha spiegato di non aver ancora scelto i corridori che rappresenteranno la Francia nella prova olimpiaca e al tempo stesso ha ammesso che non saranno loro i favoriti per salire sul podio.
«Non saremo sicuramente noi i migliori alla partenza – ha detto Voeckler - perché tutti i più grandi nomi del gruppo hanno fatto di questa gara un obiettivo a tutti gli effetti».
L’oro Olimpico è ambito da ogni atleta e in questa edizione dei Giochi ci saranno tutti i corridori migliori del mondo: per il tipo di percorso, i favoriti dovrebbero essere Van Aert, Evenepoel, Van der Poel, Pogacar, Pedersen, Skjelmose e Pidcock.
«I Giochi sono diventati una vera priorità. Wout van Aert era pronto a rinunciare al Tour de France per vincere l'oro quest'estate, cosa inimmaginabile due o tre Olimpiadi fa. Avremo la quota massima (quattro corridori) ma non saremo in una posizione di vantaggio. Non è sbagliato dire che non saremo nella lista dei favoriti».
Oltre alle difficoltà tecniche del percorso, con un numero ridotto di corridori per nazione, non sarà facile fare un gioco di squadra e i corridori saranno costretti a correre in modo individuale.
«Scegliere i corridori che faranno la prova olimpica non è più complicato, ma diverso dalle altre volte. Sento molte critiche sulle dimensioni ridotte del gruppo (dai 144 corridori a Rio nel 2016 ai 90 a Parigi quest'estate), ma questo per me è anche divertente. Questi sono i Giochi, non deve essere una gara normale. Ho già la mia idea su come affronteremo questa gara olimpica. Se sarà una buona scelta o no, non lo so, ma ho la mia idea».
Il punto più difficile del percorso sarà la Butte Montmartre (1 km al 6,5%), dove i corridori al passaggio dovranno lottare per stare davanti.
«Sulla carta, anche se è una strada stretta e asfaltata, sarà impegnativa. Arriverà dopo oltre 200 chilometri di corsa, un po' come il Poggio della Milano-San Remo, solo che ai Giochi il primo non avrà al suo fianco cinque compagni di squadra a proteggerlo. Non dobbiamo fermarci ai numeri che non sono impressionanti: non assomiglierà a nulla di ciò che già conosciamo. Sono stato a vedere il circuito diverse volte, e tornerò ancora perché è difficilissimo capire la difficoltà di questo circuito finale. La ricognizione ufficiale sarà decisiva perché oggi, con il traffico di Parigi, è impossibile fare previsioni. Ma so che sarà molto speciale».
L'ultima medaglia olimpica francese, in una prova individuale su strada risale a Melbourne 1956 - anno in cui vinse Ercole Baldini con Arnaud Geyre che conquistò la medaglia d'argento, la prova era riservata ai dilettanti -, ma Voeckler vuole essere realista e anche se queste Olimpiadi fatte in casa, non porteranno medaglie nel ciclismo, sa che i corridori scelti dovranno portare alto l’onore del Paese e cercare di trasmettere motivazioni importanti all’interno del movimento ciclistico francese.
«Sono tanti anni che non abbiamo una medaglia, ma non voglio neanche illudere nessuno sulle nostre possibilità di vittoria. Non abbiamo mai vinto una medaglia olimpica da quando la gara è stata aperta ai professionisti. Spero che il team francese risolva questo bug il più rapidamente possibile, ma non sarà l'occasione migliore quest'estate. Posso dire che tutti i ragazzi che parteciperanno dovranno correre con impegno e portare slancio al nostro movimento ciclistico».