Proprio dove il Tour of the Alps 2024 ha vissuto il suo ultimo atto, la salita di Palù del Fersina, c'è qualcosa che tutti gli appassionti di ciclismo dovrebbero vedere quando passano da queste parti del Trentino. Unico al mondo, nel parco pubblico lungo la Fersina, a Canezza, c’è infatti il Museo del paracarro. Creato e voluto da Dario Pegoretti, questo museo all’aperto esibisce più di duecento tipologie di paracarri provenienti dalle più svariate strade del Trentino, d’Italia e del mondo.
Ogni paracarro è associato a un campione o a una personalità del grande ciclismo del presente e soprattutto del passato. E così è possibile ammirare, in una sorta di Spoon River ad impronta sportiva, il paracarro dedicato a Fausto Coppi, quello per Bartali e quello per Pantani... Passeggiando lungo i vialetti delimitati dai paracarri ci si imbatte nei grandi nomi dello sport della bicicletta: Merckx, Anquetil, Gimondi, Magni, Bobet… e giù fino ai gregari come Carrea e Giuliani in un crescendo di ricordi e di memorabili imprese. Non manca nessuno: è come leggere l’almanacco del ciclismo aperto su un tavolo.
Ogni paracarro è inoltre corredato da spiegazioni sulla sua provenienza e sulla sua composizione: convivono vicini quelli di granito e quelli di cemento, quelli di legno e quelli di materiale plastico; quello proveniente dai passi dolomitici con quello prelevato sui tornanti dei Pirenei o sulle strade delle grandi classiche del Nord. Tutti insieme creano una bella suggestione, un’atmosfera insolita che entusiasma ed emoziona, talvolta persino commuove.
Questo museo ha poi il vantaggio di essere inserito in un contesto naturale incontaminato e può essere visitato gratuitamente senza limitazioni di orario, caratteristiche non secondarie e che costituiscono un incentivo per decidere di andarlo a conoscere e apprezzare.