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TOUR OF THE ALPS 2024 "CORTO MA INTENSO" CHE TRASFORMA FRONTIERE IN CERNIERE E SOGNA IL WORLD TOUR
di Nicolò Vallone | 21/11/2023 | 13:30

Stamattina a Milano è stato ufficialmente presentato il 47° Tour of the Alps, settima edizione con tale nome dopo il quarantennale Giro del Trentino. La corsa a tappe del GS Alto Garda si snoderà da Alto Adige a Trentino via Tirolo (abbracciando così l'intera Euregio) dal 15 al 19 aprile 2024: da lunedì a venerdì, come di consueto, no weekend. Più di 700 chilometri di percorso e 13 di dislivello, per un evento che per la prima volta si avvale della partnership con Infront. Un "matrimonio" che mira ad allargare la dimensione della manifestazione ciclistica, anche per estenderla oltre l'aspetto puramente agonistico: previste Bike Experience, per far assaggiare l'esperienza ciclistica e culinaria di questi bellissimi luoghi a una cinquantina di opinion leader invitati per l'occasione, ed eventi collaterali per avvicinare ulteriormente il pubblico al ciclismo nelle località toccate dal TotA.

La gara fa parte delle ProSeries, secondo livello internazionale, e ad oggi si stima la partecipazione di venti squadre di cui la metà World Tour. Presentazione dei team domenica 14 e start della prima tappa l'indomani avverranno nel delizioso borgo di Egna. Sarà un inizio relativamente soft, ma che ribadirà quanto i profili piatti non siano di casa da quelle parti: 133 km sulla Strada del Vino con salite di Andalo e due volte Penone, prima dell'arrivo a Cortina (non d'Ampezzo). La seconda tappa sarà eccezionalmente lunga, per varcare il confine austriaco: 189 km da Salorno a Stans, con valico del Brennero e ascesa di Gnadenwald. La terza tappa prosegue invece sulla falsariga delle frazioni brevi ma intense: partenza e arrivo a Schwaz per complessivi 127 km all'interno della Silberregion Karwendel; prima le ondulate strade della valle dell'Inn, poi il doppio circuito di Weerberg e Pillberg per un totale di quattro asperità da 3 chilometri al 10%. Antipasto di ciò che sarà la quarta tappa, la "queen stage" che tornerà in territorio italiano dopo la due giorni tirolese, partendo da Laives: passi San Lugano, Redebus e Compet (10 km al'8%) poi scalata del Vetriolo dal versante inedito della strada dei Baiti, e come se non bastasse il colle San Marco a mettere alla prova le energie residue a una decina di chilometri dal traguardo di Borgo Valsugana. Morale: 4000 metri di dislivello distribuiti in 141 km, che dovrebbe disegnare la classifica. Il leader e la sua squadra dovranno difendersi infine nell'ultima tappa di Levico Terme: 118 km e mezzo che toccheranno pure Pergine e la valle dei Mocheni, con doppia salita (lunga ma pedalabile) di Palù del Fersina e il valico finale di Tenna che farà da preludio al chilometro conclusivo all'insù nel centro di Levico. Qui verrà incoronato il successore nell'albo d'Oro di Tao Geoghegan Hart, che l'anno scorso vestì la maglia verde chiaro by Alè imponendosi sul connazionale Hugh Carthy.

Queste le dichiarazioni della presentazione, condotta da Nino Morici della Gazzetta dello Sport e Francesco Pancani di Rai Sport. Presenti anche Davide Cassani e Beppe Saronni, insieme all'ambassador Daniel Oss che ha già pedalato sui percorsi, e altri ospiti di rilievo come vedrete scorrendo i virgolettati. Con loro Giovannina Collanega, presidente Federciclismo Trentino, e Paolo Appoloni, suo omologo di Bolzano. Assente la Federciclismo, mentre Cordiano Dagnoni era assente poiché impegnato al Consiglio del Coni.

Pier Bergonzi, vicepresidente della Rosea e direttore di Sport Week: «Orgogliosi di essere partner di questa corsa, con la quale ho un legame fortissimo e che da otto anni viene presentata a Milano. Nessun altro sport ha un rapporto così diretto con le città, i personaggi, le tradizioni e le storie: ci sono professori che insegnano storia e geografia coi Garibaldi del Giro d'Italia, mi piacerebbe che in Trentino-Alto Adige possa avvenire in futuro con quelli del Tour of the Alps.»

Giacomo Santini, presidente del GS Alto Garda: «Abbiamo una denominazione anglofona suggeritaci nel 2016 dagli amici tirolesi, ma vogliamo restare ancorati alla storia, all'orgoglio di portare avanti una gran corsa trentina. Siamo un modello organizzativo per le innovazioni che rispondono alle esigenze di un ciclismo che evolve velocemente: nella mia passata esperienza giornalistica ho capito l'importanza del proiettarsi all'Europa e all'internazionalità. Ebbene, col TotA incoraggiamo la collaborazione transfrontaliera, rappresentiamo ciò che può unire i popoli superando vecchie diatribe: in Austria ci hanno indicati come un esempio pilota per far dialogare e tramutare la competizione interna tra i tre territori in una competitività di squadra proiettata all'esterno. Abbiamo trasformato una frontiera in una cerniera!» 

Enrico Della Casa, presidente UEC e vicepresidente UCI: «Il TotA è una corsa frizzante che mette insieme popoli, nazioni e percorsi interessanti. Mi auguro di poterla inserire nel World Tour nel 2026, quando si creeranno spazi con la riforma del calendario World Tour! Abbiamo una riunione a breve per parlare anche di questo...» 

Harald Mayer, presidente della Federciclismo austriaca: «L'anno scorso per noi è stato il migliore di sempre e tutto cominciò proprio al Tour of the Alps. Ci auguriamo di vedere un alto profilo come Felix Gall e tanti talenti della rappresentativa nazionale austriaca.»

Trio istituzionale e dirigenziale di rappresentanti territoriali: Maurizio Rossini per il Trentino, Andrea Zabini per l'Alto Adige e Christian Wuhrer per il Tirolo. «Abbiamo necessità di sviluppare attività economiche e sportive nelle nostre vallate alpine per diffondere al meglio la nostra cultura e appassionare tanti giovani, di pari passo con gli investimenti nei percorsi ciclabili urbani e in altura. Abbiamo avuto grandi campioni e abbiamo grandi territori, del cui sviluppo siamo decisamente soddisfatti: ormai si parla di noi tutto l'anno, e in tal senso sport e ciclismo hanno un ruolo fondamentale. Stiamo dando vita a un'affascinante realtà di superamento dei confini e delle rivalità, con entusiasmo e approccio innovativo: siamo tre entità diverse ma possiamo essere un'unica casa, caratterizzata oltretutto da un progresso tecnologico sostenibile.» 

Salito sul palco pure Oss, che peraltro aiutò Cadel Evans a vincere l'allora Giro del Trentino nel 2014: «Ho sempre avuto un rapporto controverso con questa corsa, è vero, io aiuto più i velocisti e non sono molto scalatore. Ma l'ho sempre vissuta con grande partecipazione e nelle ricognizioni di quest'anno sono rimasto una volta di più estasiato dalla bellezza degli scenari. Come sapete, dopo aver partecipato in tutte le categorie fin da bambino, dopo quindici anni di professionismo è arrivato il momento per me perfetto di cambiare aria e sposare la disciplina del gravel, alias le "strade bianche" che troviamo sia in Toscana che sulle Dolomiti. In questa nuova avventura sarò affiancato da Specialized e Sportful e contribuiremo a espandere ulteriormente il gravel in Italia.»

Introdotto dalla battuta di Cassani («Pazzesco che alla presentazione del Trentino ci sia lui e non Moser!») il quale ha pure posto l'accento sull'equilibrio e sul "mix ideale" del percorso di quest'anno, ricco pure di circuiti, così ha parlato Saronni: «Sarà una corsa durissima come al solito, bravi gli organizzatori ad aver trasformato una gara che agevolava corridori di zona (frecciata a Moser, ndr) in una gara dal carattere particolare. Pensate che quando propongo in UAE di partecipare al TotA incontro persino timore, segno di forte rispetto.»

Alberto Volpi e Manuele Boaro, delegazione "giapponese" visto che dalla prossima stagione guideranno la Continental nipponica Ukyo: «Al TotA i contenuti non mancano mai, è strategica per preparare il Giro d'Italia e piace ai corridori pure per i pochi trasferimenti.»

Ospite d'onore Riccardo Magrini, reduce dai recentissimi problemi di salute: «L'organizzazione ha colto il cambiamento del ciclismo e ha riempito il percorso di tappe apparentemente brevi, ma che per la loro velocità ed esplosività risultano davvero spettacolari. Sarò felicissimo di commentarlo!»

Alessandro Giacomini, amministratore delegato di Infront Italia: «Saremo assieme al TotA per i prossimi cinque anni, per far crescere un evento che parte già da un'ottima base. Sfrutteremo tutte le facility all'interno del nostro gruppo, abbiamo 150 lavoratori solo sul territorio italiano per spaziare a 360 gradi nel mondo del marketing e dei media. Abbiamo un'esperienza ventennale negli sport invernali, così tipici di questi stessi territori, sappiamo dunque di cosa stiamo parlando e abbiamo voluto fortemente una corsa ciclistica importante in Italia: ci abbiamo messo tanto a stringere l'accordo perché condividamo uno spirito di ambizione e di voler far le cose per bene.»

Maurizio Evangelista, general manager del Tour of the Alps: «Una sfida e un obiettivo raggiunto per noi è quello di lavorare, pur da piccolo gruppo, con una dimensione sempre più professionale e internazionale. La partnership con Infront mira a fare arrivare ancora meglio la corsa presso il pubblico e le stesse squadre e corridori: non basta il grande nome, ci vuole il coinvolgimento. E speriamo che possa esserci un bel risultato italiano, basti vedere cosa è accaduto col successo di Sinner! Resta importantissimo non rompere col passato e far sì che l'ingresso in gruppo degli amici di Infront sia solo un arricchimento, senza incrinare gli importanti rapporti con gli altri partner già in essere. Come Alè, Vittoria, Suzuki, Sportler Bike, Melinda che ispira il colore della maglia di Alè (presente in sala Alessia Piccolo, a tal proposito), Cassa Centrale e Autostrada del Brennero. Cassani parla bene dei circuiti? In effetti cerchiamo soluzioni compatte: sia per soddisfare doppiamente le sedi di tappa sia per una questione di sicurezza in quelli che, ricordiamo, sono giorni feriali. Il salto nel World Tour di cui parla Della Casa? Impegnativo dal punto di vista finanziario e dobbiamo stare attenti alla stagionalità del clima (a proposito, inutile cercare gli oltre 2000 metri d'altitudine col rischio neve) ma siamo guidati da uno spirito perfezionista...»

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